Un Mondo Nuovo
Data: 10/07/2019,
Categorie:
Lesbo
Autoerotismo
Autore: Night_Writer, Fonte: RaccontiMilu
... sottoveste persino dalle sue amiche più strette, non riusciva a concepire come un gruppo di suoi coetanei potessero mostrarsi completamente nudi gli uni con gli altri. Ma più ci pensava e più lo stupore e lo sdegno venivano sostituiti dalla curiosità. Dopo quel racconto cominciò ad osservare il suo corpo ogni mattina dopo essersi lavata. Stava li in piedi a fissare ogni piega e curva del suo corpo. Un giorno pensò pure a fare un ritratto di se stessa nuda, ma il pensiero che il padre potesse trovarlo la frenò. Ora era li, distesa in riva al torrente, con niente addosso che dividesse la sua pelle dall’aria estiva. Certo era da sola, ma non le dispiaceva. Voleva assaporarsi ogni istante di quel momento senza condividerlo. Istintivamente si accarezzò il collo trascinando un dito fino al solco tra i seni. Poi lasciò cadere la mano sulla pancia. Aveva caldo e decise di tuffarsi. Arrivata dove terra ed acqua si univano rimase ad osservare il suo riflesso nel ruscello. Cominciò a guardarsi e al tempo stesso a sfiorare il punto dove lo sguardo cadeva: i castani capelli mossi ricadevano morbidi sulle spalle. La mano destra percorse la linea delle scapole fino al collo sottile, per risalire verso il mento; poi un dito a percorrere la linea delle labbra carnose. Il piccolo naso leggermente schiacciato. Poi gli occhi. Con una mano si chiuse le palpebre nascondendo le verdi pupille e cancellando il riflesso sull’acqua. Ma non aveva più bisogno di uno specchio. L’immagine del suo ...
... corpo era vividamente stampata nella sua mente. Portò le mani sulle spalle. Lentamente scese verso i seni, piccoli, ma graziosi e tondi. I capezzoli si stagliavano al centro, eretti per il contatto dei polpastrelli sulla sua pelle. Si sfiorava appena, ma ogni tocco era un brivido. Scese ancora verso i fianchi e la pancia piatta. Poi ancora più giù, sul pube ad accarezzare la rada e chiara peluria che lo adornava. Un soffio di brezza le fece accorgere di essere bagnata in mezzo alle gambe. Le sue dita erano fuori dal suo controllo. Scendevano lentamente. Incontrò le grandi labbra. Le percorse sfiorandole. Poi il gallò cantò. Sbarrò gli occhi e vide che le stelle stavano già scomparendo, da dietro la collina i raggi di sole scacciavano il buio e la pace che aveva raggiunto. Si rese conto di essere molto, troppo, lontana dal suo letto. Come un lampo si rivestì e cominciò a correre. Dai boschi le cicale avevano già cominciato il loro canto. Nella radura le gocce di rugiada splendevano ai primi raggi come pezzi di vetro sparsi tra l’erba. Nel pascolo le prime pecore brucavano calme. Quando finalmente scavalcò la finestra di casa, le venne quasi da esultare a sentire il ronfare del padre. Chiuse l’imposta della finestra e si spogliò nuovamente. Si sedette sul letto e si toccò in mezzo alle gambe. Usò tutte e quattro le dita e con un tocco meno leggero di prima. Decise di buttarsi sotto le coperte e continuare l’esplorazione, ma appena la testa toccò il cuscino affondò in un sonno ...