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Boy scout - 7
Data: 05/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Marcus95, Fonte: Annunci69
... dura. I suoi pettorali erano caldi e riuscivo a sentire il battito del suo suore. Aveva un ritmo regolare. Mi avvicinai al suo volto e lo baciai. Le mie labbra sulle sue accesero parti nascoste della mia mente. Mi sentivo legato a lui. Volevo essere legato a lui. Lo volevo. Con la lingua delicatamente cercai di aprire le sue labbra, ma si schiusero solo leggermente. Assaporai il suo buon sapore. Lo adoravo. Mi staccai da lui e lo guardai mentre dormiva ancora profondamente. La sua pelle vicina alla mia risvegliò in me tutti i ricordi. Tutto quello che avevamo fatto insieme. Il ricordo più bello fu il bacio. Il suo bacio. Ero semi cosciente, ma me lo ricordavo. La più grande emozione della mia vita. «Ti amo. Anche se tu non mi vuoi in questo momento» dissi a bassa voce e me ne andai. Lo lasciai da solo. Un corpo in un bosco. La persona che amavo, lasciata da sola, in balia di se stesso. Sola. Arrivai alla tenda ed entrai dentro. Vidi il sacco a pelo di Tommaso. Vuoto ovviamente. Tutti mi guardarono. Senza dire una parola andai nel sacco a pelo di Tommaso e mi ci infilai. Mi spogliai interamente in modo da sentire solo il suo odore sulla mia pelle. Molto probabilmente sarebbe stata l’ultima volta che potevo appropriarmi del suo odore. Mi sentivo al caldo e protetto, solo dal suo odore. Tommaso era fuori da solo nel bosco che dormiva. Per la prima notte non potevo avere il suo corpo vicino al mio durante la nottata. Mi distruggeva. Volevo correre nel bosco saltargli ...
... addosso e baciarlo fino al mattino. Dormire vicino a lui. Passare una vita intera con lui. Lui era diventato una parte di me. Nella tenda il silenzio prese il posto di un rumore che nella testa era infernale. Nonostante mancasse un componente della Pattuglia, quei schifosi pezzi di merda dei miei compagni si stavano masturbando. Che oltraggio, che disonore. «Non starete facendo sul serio vero?» chiesi duro. Tutti si voltarono verso di me. Loro non sapevano cosa rispondere. «Dobbiamo» disse Federico. Un muro mi crollò addosso. Dobbiamo? Non aveva il minimo senso. Ero incazzato e frustato come non mai. Tommaso era da solo e nessuno aveva fatto un cazzo per farlo ragionare. Io almeno ci avevo provato. Sarei rimasto con lui tutta la notte. Il momentaneo silenzio nella tenda cessò. Nuovamente quel rumore infernale si impossessò della mia testa. Tutto era diventato oscuro. Quella tenda era il simbolo della perversione che non guardava in faccia nessuno. Un simbolo maledetto che creava confusione, rotture e paura. Il rumore cresceva sempre di più. Proveniva da tutte le parti possibili. Sentivo sussurri, gente che urlava, gente eccitata. Un rumore così assordante che spegnerlo sarebbe stato impossibile. Solo io lo sentivo però. Il panico si impossessò del mio corpo. Non riuscivo più a respirare. Tommaso. Solo a lui riuscivo a pensare. Solo alla persona che amavo. Il rumore si fece troppo insostenibile, così nel cuore della notte, in una tenda che era un labirinto ...