Puttana usata per lo sciopero
Data: 04/07/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: pamyzi1, Fonte: Annunci69
Era stata una giornata a dir poco tremenda. Il mio capo mi aveva telefonato la sera prima per comunicarmi che il giorno dopo in ufficio avrei dovuto presentarmi in anticipo e con dei vestiti un po’ provocanti, per cercare di convincere dei potenziali nuovi clienti ad affidarsi a noi, e quando il mio ragazzo Davide mi aveva visto uscire di casa vestita in quel modo mi aveva fatto una scenata di gelosia e mentre mi accompagnava in ufficio in macchina non mi aveva nemmeno rivolto la parola.
Quando una giornata inizia così bisognerebbe sapere che finirà male, e me ne resi definitivamente conto a fine giornata quando mi accorsi che c’era lo sciopero dei mezzi e che Davide non sarebbe stato dell’umore di venirmi a prendere. Uscendo dall’ufficio mi avviai dunque verso la fermata dell’autobus, con l’intenzione di aspettare uno degli sporadici mezzi che passano nelle giornate di sciopero.
Quando vidi l’autobus superarmi prima che io avessi raggiunto la fermata iniziai a correre sbracciandomi, ma il pullman non si fermò e continuò la sua corsa fino al semaforo poco più avanti. Sempre correndo (e maledicendo i miei tacchi alti), lo raggiunsi e bussai alla porta per farmi aprire, ma l’autista e un controllore che erano a bordo si misero a ridere e mi urlarono di aspettare l’autobus successivo. Nervosa per la giornata trascorsa, non riuscii a trattenermi e urlai “Vaffanculo!”
Mi resi subito conto di aver fatto un grosso errore: l’autista aprì la porta, e il controllore con una ...
... faccia incazzatissima mi strattonò dentro l’autobus e mi disse “Ok troietta, questa la paghi”, rifilandomi un ceffone in pieno viso.
L’autista cambiò la scritta con la destinazione con “fuori servizio” e si diresse verso una zona di periferia, mentre il controllore mi legava i polsi a quel palo che c’è in mezzo all’autobus, a cui la gente si tiene per evitare di cadere. Così legata, mi fece mettere a novanta e mi alzò la minigonna, in modo che tutte le persone che superavamo avessero una visione del mio perizoma. Inoltre, tenendomi giù la testa per farmi restare in posizione, si accorse delle forcine che avevo tra i capelli e me le posizionò sui capezzoli e sul clitoride, strappandomi delle urla. Iniziò poi a masturbarsi davanti al mio viso, e quando ansimando mi disse che stava per venire e che dovevo aprire la bocca per farmela riempire di sperma, mi rifiutai: mi venne su tutta la faccia e sui capelli, per poi prendermi a schiaffi e spargermi lo sperma su tutto il viso. Quando iniziai a piangere, mi accorsi che l’autista si era fermato in mezzo a una specie di campo, e avvicinatosi mi sussurrò all’orecchio “non ti accorgi che così ci ecciti ancora di più brutta troia?”
Il controllore mi chiese, torcendo le forcine sui capezzoli, se prendessi la pillola. Tra i singhiozzi risposi di no, e lui sorridendo disse “sarà ancora più divertente allora…” L’autista disse di avere un’idea, e gli disse di slegarmi ma tenermi d’occhio. Quando ebbi i polsi liberi, mi disse che voleva ...