1. Dare sfogo all’inquietudine


    Data: 04/07/2019, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    E’ un bel mattino di primavera, perché quel cielo nitido lo raffigura rendendolo particolarmente luminoso. I raggi del sole sono già caldi e l’aria &egrave più che gradevole come se si trattasse d’un giorno d’estate, in quell’istante Susanna si guarda allo specchio e con una mezza smorfia borbotta più che decisa:
    
    ‘D’accordo, va bene che oggi fa caldo, però questa gonna di jeans non &egrave troppo corta per la messa? Nemmeno la madre ha obiezioni né rilievi da recriminarle:
    
    ‘Su dai, due dita sopra al ginocchio, che cosa vuoi che siano, quando ormai in chiesa ci sono ragazze anche in minigonna’.
    
    Un golfino blu buttato sopra alla camicetta bianca e le scarpe con un poco di tacco, il rossetto leggero e via. E’ tardi e oggi &egrave festa grande, perché si celebra il Santo Patrono. Lei arriverà in ritardo, però non importa, perché si potrà fermare con le amiche verso il fondo della chiesa per discorrere sottovoce, starà in piedi, così non dovrà nemmeno angosciarsi né preoccuparsi ulteriormente della gonna. Al suo arrivo la parrocchia &egrave già piena di gente, lei e le sue amiche si sistemano accanto a uno dei portoni d’accesso laterali, defilate e riparate opportunamente dall’attenzione generale dei presenti. Quella là, infatti, &egrave una posizione strategica, peraltro agevole, comoda e cruciale, dove potersi scambiare qualche frase sussurrata, tuttavia a dissestare il momento rovinando tutto, ci pensa ben presto il canonico che con energia e con fermezza le spinge ...
    ... verso l’altare, dove prevedendo la quantità di fedeli ha preparato due file di seggiole ai lati proprio accanto al prezioso coro di legno intagliato.
    
    Susanna supera i quattro gradini che portano alla tavola liturgica quasi in apnea, dato che non rischia la genuflessione, limitandosi a un cauto e furtivo segno con la mano destra. Lei e le sue amiche vengono convenientemente fatte accomodare proprio in prima fila, lei soprattutto, davanti non ha alcun riparo e teme che il proprio abbigliamento la possa far notare dal vecchio parroco o da qualche anziana del paese sempre pronte alla critica, al giudizio e alla maldicenza. In verità, ripensandoci bene, non che Susanna sia particolarmente pudica e vereconda, malgrado ciò soltanto il luogo la pone in ansia e in tangibile trepidazione, cosicché avallando e sostenendo nel migliore dei modi quella situazione s’accomoda con cautela e moderazione, lisciandosi in conclusione la gonna aderente e serrando strette le gambe guardandosi soddisfatta da dietro le rotonde lenti. Tutto &egrave passabile, tenuto conto che attorno a lei nessuno sembra notarla, giacché tutti sono radunati e visibilmente concentrati sui canti liturgici che aprono la lunga funzione religiosa.
    
    Per tutta la prima parte della cerimonia le cose vanno al meglio, tanto che Susanna palesemente in sovrappensiero non ricorda nemmeno più il disagio né l’evidente impaccio di poc’anzi, perché nonostante i vari su e giù lei si muove disinvolta, spigliata e tranquilla, ma ...
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