1. Arriva quel momento in ogni matrimonio. 3° - erice


    Data: 23/06/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: acquainbocca50, Fonte: Annunci69

    Il modo più sicuro per far sapere a tutti un segreto è di bisbigliarlo nell'orecchio di un amico, chiedendogli caldamente di non parlarne con nessuno. Fu così che, volando di bocca in bocca, seppi che in una grande villa di Erice, il primo di ogni mese e sempre dopo la mezzanotte, si svolgeva un incontro segreto i cui invitati erano esclusivamente coppie. In quella villa, si diceva, venivano realizzate straordinarie e travolgenti orge: obbligo per tutti i partecipanti era di indossare una maschera che ne coprisse il volto. Si entrava solo attraverso una parola d’ordine che veniva cambiata ad ogni incontro: chi la conosceva poteva comunicarla ad una coppia amica.
    
    In quel periodo io e Paolo facevamo sesso con Cristina ed Alberto da circa sei mesi. Avevamo provato ad allargare il giro inserendo una coppia, ma non eravamo riusciti a trovarne una in linea con le nostre aspettative. L’idea di partecipare ad un’orgia ci incuriosiva molto e decidemmo di provarci. Ne parlammo con Cristina ed Alberto. Potete immaginare l’entusiasmo di Cristina. Era al settimo cielo. Avevamo però due problemi da risolvere: essendo fuori dal giro dovevamo individuare la villa e conoscere la parola d’ordine. Il primo era facilmente risolvibile. Erice è un piccolo borgo medievale situato sopra un monte alto 800 metri: alle due di notte difficilmente transitano macchine: sarebbe bastato seguirne qualcuna e ci avrebbe condotto dritti alla villa. Il vero problema era scoprire la parola d’ordine.
    
    - ...
    ... “Vedendo facendo” dissi io. All’una di notte, vestiti elegantemente, salimmo per Erice insieme ai nostri due amici con la nostra auto.
    
    Sulla strada, da lontano, vedemmo un’auto che proseguiva lenta. Rimanemmo a debita distanza senza perderla di vista. Potevano essere degli ospiti che ci avrebbero condotto alla villa. Giunti a Erice, la macchina imboccò un sentiero stretto che finiva in un ampio spiazzo nel quale erano parcheggiate diverse auto. Dalla macchina uscì una coppia, vestita con cura e con i visi coperti da una maschera, che si diresse verso il portone della villa. Noi rimanemmo fermi, con i fari spenti e non ci videro. L’uomo bussò e una donna con il volto coperto da una mascherina aprì la porta. Chiese qualcosa, presumo la parola d’ordine, e la coppia entrò. Facemmo marcia indietro e ci riportammo all’inizio del sentiero. Sulla sinistra, nella valle, vedemmo brillare, sfumate nella nebbia, le mille luci della città. Dalla lunga strada che da Trapani si snodava come un lungo serpente verso Erice, un’altra auto stava salendo stavolta a velocità sostenuta.
    
    - “Prendiamo le maschere e indossiamole.” – disse mio marito.
    
    - “Che vuoi fare?” – dissi io.
    
    - “Voglio farmi dare la parola d’ordine da quei due.”
    
    Dopo alcuni minuti, nel momento in cui la macchina imboccava lo stretto sentiero, Paolo, con la maschera sul viso, fece segno loro di fermarsi. Li vedemmo mettersi la maschera in fretta, poi l’uomo abbassò il finestrino.
    
    - “Scusate,” - disse Paolo - “vi ...
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