1. Evelina


    Data: 16/06/2019, Categorie: pulp, Autore: Vandal, Fonte: EroticiRacconti

    I
    
    Gesti quotidiani, di tutti i giorni. Evelina esce dalla doccia, si ferma davanti allo specchio ora appannato. La sua immagine è un’ombra di nebbia. Con una mano spanna il vetro, si osserva, sorride. Il brutto anatroccolo, sulla soglia dei quaranta, capelli corti biondo cenere, fianchi larghi, seno cascante, culo un po’ flaccido. Si tocca il seno, si accarezza, porta la mano verso il basso. Evelina l’insipida, così la chiamavano a scuola. Una vecchia anche quando era giovane che vestiva abiti vecchi di qualche decade, che stava sempre piegata sui libri, che i ragazzi si giravano dall’altra parte quando incrociavano lei. L’insipida, a cui nessuno aveva mai chiesto di uscire
    
    Eppure, qualcuno, alla fine, lo aveva trovato. L’Osvaldo Trebbiani, un bel ragazzo, alto, corpo robusto, sguardo deciso. L’aveva invitata a cena e si erano messi a parlare di tutto e di più. Una serata piacevole che era culminato con un bacio sotto le fronde di un vecchio salice.
    
    Ad Evelina non era parso vero che, finalmente, a qualcuno interessasse uscire con l’insipida Evelina.
    
    Si erano visti molte volte ancora. Una sera erano quasi diventati intimi. Lui si era fatto audace e aveva cominciato a baciarla, con la lingua che saettava tra le labbra e le mani che le stringevano i seni. Diavolo, che fremito aveva avuto e si sentiva bruciare, soprattutto lì, in fondo, tra le sue gambe, desiderosa di fare quel sesso che tanto aveva sentito e avrebbe voluto provare “Solo dopo il matrimonio” aveva ...
    ... detto l’Osvaldo
    
    Matrimonio. Ad Evelina non sembrò vera quell’affermazione. “Vuoi tu Evelina Alda Terenzi prendere in sposa Osvaldo Cristiano Trebbiani..”
    
    Il viaggio di nozze era un bungalow in vista mare. Lui l’aveva sollevata tra le braccia e accompagnata direttamente in camera da letto dove, finalmente, avevano fatto sesso. Irruento e selvaggio, passionale e travolgente. E sentire lui che entrava in lei, muovendo i suoi fianchi, ansimandole sul collo. Non le sembrò vero. E lui che le affondava la faccia tra le gambe. E lei che si inginocchiava sul sesso di lui e ne suggeva ogni goccia. Cose che non avrebbe mai sospettato di sapere e potere fare
    
    Tre anni. Poi, non sapeva come o perché, l’Osvaldo si era fatto più disinteressato. Il sesso di ogni giorno era diventato di una settimana, poi di un mese. Il carattere mutò, si fece più cupo, scostante, aggressivo. E lei, che di carattere non era mai stata tonica, si era chiusa nel suo angolino, aspettando che il marito tornasse ad essere la mite persona che aveva conosciuto.
    
    “Stasera stinco” diceva lui entrando in casa. Niente ciao. Niente baci. Niente fiori. Solo lo stinco a cui piaceva tanto e che, se poteva, si metteva ad inzuppare nel caffè latte la mattina
    
    Ed Evelina preparava lo stinco, fuori dal frigo, diritto nel forno e poi servito all’affamato Osvaldo.
    
    E il sesso era ancora meno. Il massimo che facevano era quello orale. Lui arrivava e diceva “Che ne diresti di un bel pompino, cara” Quel cara con una nota ...
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