La cosa (parte 5)
Data: 12/06/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti
... difficoltà della schiava sotto di loro.
Mentre la sua lingua accarezzava quella della moglie, torceva i capezzoli della cosa sotto di loro nel momento in cui si accorgeva che Giulia si era seduta sulla faccia privandola dell’aria.
Il dominio può essere fonte autonoma di eccitazione e di piacere, che si somma a quello fisico, procurato dal rapporto carnale il quale, a sua volta, si inserisce nel primo.
Il piacere diviene come il lago nel quale vi siano due affluenti la cui quantità di acqua può aumentare prima a tratti e, poi, impetuosamente, in maniera che, inizialmente controllata, arriva ad avere una forza sua, fino a portare alla necessità di godere.
Alfredo strinse forte il capezzolo della schiava mentre, spingendo la lingua nella bocca della moglie, godette nella figa dell’oggetto sessuale.
Per Giulia occorse ancora qualche tempo. Staccatosi il marito dalla sua bocca, pretese maggiore attenzione dalla lingua sotto di sé finché non fu percorsa dal piacere liberatorio, non più rimandabile.
Non la mandarono via, volendo provare altro tipo di piacere, più sottile, quello che si insinua sottopelle e che non è detto debba necessariamente portare all’orgasmo.
Quella sera, a cena, avevano ospiti.
Poco prima che questi arrivassero, rinchiusero la cosa nella buca, con i polsi ammanettati dietro la schiena. Chiusero la grata ma, questa volta, la sua testa non sporgeva più dal pavimento, dovendo celare ai loro amici il segreto della buca.
Sopra la grata ...
... misero un vetro oscurato, in modo che dall’alto non si vedesse l’interno, ma che dall’interno si potesse vedere verso l’alto.
Cenarono, sapendo che nella buca sotto di loro c’era la schiava, la cui unica visione erano i piedi e le gambe dei Padroni e dei loro amici.
L’eccitazione era anche procurata dalla tensione, dal rischio che qualcosa potesse accadere e rivelasse l’oggetto nella buca.
Ada si sentiva ciò che era, provando piacere nell’essere trattata come un oggetto di casa, chiusa, traendo perversamente piacere dalla sua difficoltà, da quella scomodità che le ricordava in ogni istante la sua posizione, molto bassa.
Era stata spesso ai piedi dei Padroni. Mai sotto il pavimento.
Con una visuale completamente diversa, cambiano anche le emozioni.
Le mani incatenate dietro la schiena produssero altra sensazione, inizialmente non prevista in quanto concentrata nella postura e nella costrizione: non poteva masturbarsi.
Anche questo era dominio, era potere ceduto e che, una volta trasferito, riempiva il vuoto di ciò che si era donato con l’eccitazione ed il desiderio.
Cercò di arrivarci ma, accortasi del rumore che stava provocando, intimidita dalla possibile punizione e dalla disubbidienza che questo avrebbe comportato, violando il compito del suo ruolo, si fermò, lasciando inappagato il desiderio che premeva e che, sapeva, sarebbe stato rinviato in là nel tempo, quel tempo del quale aveva perso la cognizione, chiusa, in quella buca, con la scomodità che ...