1. La dominazione di francy


    Data: 11/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: dreamerland20, Fonte: Annunci69

    ... dei piedi. Ricordo che quel giorno le regalai anche un anklet che da quel momento è diventato il mio marchio di possesso e il suo di sottomissione.
    
    “Da oggi, ogni volta che ci incontreremo di persona o in chat video, voglio che tu lo indossi”. Lo dissi con tono autoritario, fissandola in viso. Lei non riuscì a tenere il mio sguardo molto a lungo, quindi abbassò leggermente la testa e annuì. Mi ero giocato tutto e avevo vinto. Forse anche lei nei suoi silenzi aveva realizzato che di fatto già la dominavo.... E questo le piaceva. Con la sua accettazione di sottomissione la nostra relazione subì una accelerazione; la pausa pranzo del venerdì diventò il nostro momento di incontro ufficiale per giocare, anche se in realtà ogni momento era buono. Col tempo stabilimmo le regole del gioco: niente sesso con penetrazione tra noi, lei non si sarebbe mai mostrata nuda, la sua sottomissione rimaneva all’interno degli appuntamenti concordati o nel caso lei ne manifestasse il desiderio indossando l’anklet. Era un contratto che mi limitava molto nelle cose che potevo fare, ma era una buon inizio e poi.. Io non avevo alcuna esperienza in materia di dominazione, era preferibile iniziare in modo soft.
    
    Capitò così un giorno che, dopo aver bevuto il solito caffè, le chiesi di aspettare e me ne andai. Qualche minuto dopo tornai con il bicchiere di caffè pieno del mio sperma:
    
    “Bevilo” le dissi. Francy, una volta avvicinato alla bocca e capito di cosa si trattasse, diventò viola in viso e ...
    ... abbassò la testa contrariata.
    
    “Bevi” ripetei in un sussurro vicino a suo orecchio. Lei bevette tutto, guadandosi intorno con circospezione. Poco dopo in chat mi ringraziò per quel che avevo fatto scusandosi per aver esitato. Capitava spesso che le facessi bere il mio sperma, raramente in ufficio, più spesso nei nostri incontri del venerdì. Io mi sedevo in divano. Lei si metteva in ginocchio per terra, al mio fianco, sguardo a terra. Venivo su un bicchiere. Lei beveva ringraziandomi. Poi mi chiedeva il permesso di andare in bagno a masturbarsi. Qualche volta glie lo negavo: mi eccitava vederla tornare al lavoro con il fuoco tra le gambe. Le mandavo poi un messaggio qualche ora dopo o alla sera:
    
    “Adesso puoi”
    
    “Ti ringrazio Max”. Era la sua frase tipica. Mi eccitava da morire quel tono, il senso di gratitudine che trasmetteva il suo corpo quando lo diceva che mi figuravo anche quando leggevo i messaggi.
    
    Verso la fine del nostro rapporto, io decidevo ogni suo orgasmo, ogni sua scopata. Mi mandava le foto del suo partner conosciuto tipicamente su meetic o tinder. Spesso prima di uscire la sera, per sapere fino a dove le permettevo di spingersi. Altre volte mi scriveva in piena serata:
    
    “Aiuto! Il tipo mi piace e continua a fare allusioni. Vorrei portarlo a casa”
    
    “Hai messo il vestito che ti avevo detto? Hai l’anklet?”
    
    “Sì, ho fatto tutto quello che mi hai detto”
    
    “Va bene, tieni il telefono acceso. Quando ti chiamerò trova una scusa e fermati, qualsiasi cosa ...
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