Terapia di coppia
Data: 05/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Il_boss, Fonte: RaccontiMilu
... e non fu facile, ma alla fine ci mettemmo insieme. Quattro mesi dopo capitò l’occasione di andare a vivere insieme e la presi al volo.” “Per oggi può bastare. Ora vedrò sua moglie. Le confermi l’appuntamento per mercoledì prossimo alle 18”. “Grazie dottore, arrivederci”.
SEDUTA CON VERONIKA
“Allora Veronika, io non le dirò nulla di quanto elaborato da suo marito la scorsa seduta. Vorrei solo per ora che mi parlasse di voi, partendo da quando vi siete conosciuti”. “Quello lo ricordo bene: vidi Roberto per la prima volta in una piazza di Roma. Era il luogo dell’appuntamento per andare in gruppo ad una festa a Ostia. Io ero in Italia da un mese. Vivevo in una famiglia con due bambini piccoli. Ero lì come ragazza alla pari. Il capofamiglia mi chiese se mi avrebbe fatto piacere andare ad una festa data dal figlio di un loro amico. Accettai volentieri, avrei potuto conoscere qualcuno. Certo non mi aspettavo che avrei conosciuto la persona con cui mi sarei sposata. Avevo solo 20 anni e volevo solo divertirmi e fare esperienze. Beh, la festa andò bene anche se quasi nessuno parlava inglese. Fu quello il motivo principale per cui, diciamo, scelsi Roberto: era l’unico che lo parlava bene. Nel giro di qualche settimana ci mettemmo insieme e le cose andarono avanti per quasi un anno”. “Aspetti, ma pare che stia correndo troppo. Non c’è niente che valga la pena di raccontare di questo primo anno?” “Ho capito, Roberto è sceso in particolari… Tipico di lui, ricorda tutto, anche ...
... troppo ed elabora non sempre in modo costruttivo. Ma non voglio rubarle il mestiere. Ve bene, le avrà raccontato della nebbia la prima sera e del mio invito a rimanere per qualche ora”: “Veronika, sia cortese, non proceda per illazioni. Faccia finta di non sapere che suo marito è stato qui da me con la sua versione. Mi racconti o mi dica semplicemente quel che è importante ricordare di quel vostro primo anno”. “Va bene. Allora la notte dopo la festa di Ostia lo invitai a restare perché avevo paura che potesse avere un incidente con quella nebbia. E in quelle ore non abbiamo dormito. Sapevo che si aspettava qualcosa e gli ho fatto un hand-job, o una sega per dirla in italiano. Vede per me le parole usate nella vostra lingua per chiamare gli atti sessuali con il loro nome non mi fanno né caldo né freddo. Anzi trovo ridicolo dire “fellatio” invece che pompino o “membro” anziché pisello o addirittura cazzo. Per farla breve per me ciò che è avvenuto fra noi nel corso di quell’anno era la normalità. Ci siamo conosciuti a settembre e per Natale non c’era nulla che non avessimo provato. Si anche la penetrazione posteriore, non credo di scandalizzarla, dottore. Poi se dico sodomizzazione o inculata cambia qualcosa? Non credo. Il punto è che fino a settembre dell’anno successivo è andato tutto bene. Durante i mesi estivi del 1977 ci siamo scritti, io cominciavo a usare l’italiano, anche perché avevo deciso di fare l’università qui da voi. Ma quando sono tornata lui mi ha lasciata. Così, di ...