1. 022 onda calabra . la pausa di cumcontrol


    Data: 21/05/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... casa mia, me li sono pure messi a ciucciare.
    
    “Fai schifo” mi ha detto. Tu pensa.
    
    Ma io non ho risposo alla provocazione, e ho succhiato con cura dita, polpe e tallone.. e per dimostrargli la mia tenacia, mi sono arrotolato un suo calzino e me lo sono ficcato su per il culo.
    
    A sfida.
    
    Insomma. Ad un tratto..
    
    Driiiiiiiiiiin
    
    Indolentemente si è allungato a prendere il telefono. Hai presente lo scazzo?
    
    Non diceva niente, ascoltava, fumava, ed io china a lavorargli le fette con la mia lingua vellutata.
    
    Debbo dire che ho sollevato il capo soltanto tre volte, per fargli da posacenere di lingua, non una volta di più. Giuro. E bè che sono cretina?
    
    Terminata la telefonata lui mi ha detto “Togliti”, e siccome a casa mia faccio quello che voglio, gli ho detto “No”.
    
    Non avevo finito la leccatura, perché i talloni erano ancora luridi e quindi andava ultimata la pulitura, poiché non mi piace che a casa mia si vada in giro a piedi nudi lordandomi il pavimento.
    
    Infatti ho afferrato il suo tallone, ho estratto la lingua, ma lui mi ha scalciato in cosi malo modo che sono finito contro la credenza un attimino impedita.
    
    Sai cosa ha fatto? Se ne è andato.
    
    Al cesso se ne andato, per fare cosa poi? Per pisciare nel lavandino come al solito.
    
    Potevo decidere di infuriarmi ma ho deciso per la via “politica”.
    
    Dapprima sono andato a bermi un bicchiere d’acqua che c'avevo la fiatella di cesso, e poi via, di là...
    
    “Ammmore qualcosa no va?” gli ho detto ...
    ... sculettandogli alle spalle, così, a polsini allegri, giusto per farlo ridere un po’, ma lui mi ha detto “Fammi il biglietto che devo partire per la Calabria”.
    
    Al ché voglio dire, ho chiesto come mai una siffatta repentina determinazione a partire, ma lui mi ha detto di non rompere le palle e vai a fammi il biglietto.
    
    Poi, mi fa.. è morta zia Coletta.
    
    Voi potete capire che mi sono interrogata sul conto di "zia Coletta"… ma non mi pare che me ne avesse parlato.
    
    Fatto sta che gli ho scrollato il cazzo, e gli ho chiesto se potevo venire pure io al funerale di zia Coletta.
    
    Mi fa… Dice… “Si, portati il libretto degli assegni e non farti conoscere”.
    
    “Certamente” gli ho detto, e poi gli ho domandato …“Chi è zia Coletta?”
    
    Salvatore mi ha mostrato una foto della famigerata zia.
    
    Insomma. Dire che non fosse bella è un po’ forte come espressione. Comunque sia… barbuta, ecco, con un sopracciglio unico cha andava da occhio a occhio, folto come un cespuglio di ginepro.
    
    A seguire…. un porro appiccicato sulla guancia, disastroso, mai visto un porro atroce così, grosso come una fava, con una antologia di pelacchi di ogni specie, corvini, ritti, crespi, ondulati, lisci, o a boccoli, a mazzi da 12.
    
    Al ché mi son detta ma che razzisti siamo.
    
    Se tu pensi è giusto, io credo che a certi cliché di bellezza la modernità capitalistica ci ha un po’ disabituato. Il glabro vince sul villoso. Il biondo sul moro, vedi Maria Teresa Ruta per esempio.
    
    Zia Coletta poteva dirsi un ...
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