1. Imbestialiti, ma esultanti


    Data: 05/05/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Gay / Bisex Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Quando ripenso garbatamente e congetturo amabilmente a quella vicenda, talvolta persino grossolanamente e scortesemente, su quello che ci è accaduto nel corso del tempo, non posso fare altro che convenire seducentemente e riconoscere adorabilmente, che il nostro evento amoroso condotto è stato con oggettività un episodio astruso, sorprendente, screanzato e irrispettoso, ma al tempo stesso congruente e omogeneo, assai disorganico, analogo e livellato forse come tanti altri. Ci siamo frequentati inizialmente con l’ausilio crudo, inerte e imperturbabile dei nostri freddi monitor casalinghi dei nostri computer, con l’appoggio di due sottomesse tastiere e per ultimo con due succubi nomi fittizi estrapolati tanto per riconoscerci, scambiandoci in definitiva i nostri individuali scalpori e cercando d’identificare i nostri familiari e stretti turbamenti.
    
    Dopo, ci siamo rivisti, probabilmente nella fase meno opportuna della nostra vicenda che persiste da tre anni, naturalmente dietro una gravosa e logorante settimana fatta di mutismo, d’irritazione e di parecchio dispiacere.Ci siamo adocchiati e confrontati, perché non traevamo più ripieghi né scappatoie per non metterlo in pratica, per il semplice e lineare fatto che non eravamo più capaci di racchiuderci eclissandoci in conclusione nel retro d’un abulico, irresoluto, inerte e per di più insulso travestimento.A ben vedere, certo, erano autentici, genuini e veritieri tutti quei piacenti e armonici ragionamenti che avevamo ...
    ... intavolato sul tema dell’attaccamento, sulla vicinanza, sulla dedizione e sul rispetto, sull’unione matrimoniale e dell’amore, in generale da riverire e da venerare sopra ogni altra cosa, ciò nondimeno, era altresì vero, quello che io provavo per lui e ciò che lui saggiava per me. Fino a quel giorno, nel tempo in cui ci scoprimmo infine l’uno di fronte all’altra. Decisamente incolleriti, corrucciati e molto stizziti, eppure in maniera balzana e bizzarra finanche insperatamente gongolanti, riuscendo soltanto a ripetere il nome, Alessio per l’appunto, intanto che m’affliggevo tantissimo poco prima d’attorniarlo cingendolo tra le braccia. Quel lunghissimo minuto lo passammo in quel modo, accostati e presi, apatici e disinteressate della moltitudine di persone che ci circolava nei pressi.
    
    Dentro quella stretta c’inserimmo impiantandoci di tutto, ci collocammo integralmente ogni cosa posizionando i nostri vissuti in primo piano, perché i tre anni trascorsi alle spalle d’un computer, gl’innumerevoli messaggi e le nostre assidue e fameliche telefonate, ma innanzitutto il non essersi giammai incrociati prima di quel giorno. La preoccupazione e il batticuore di perdersi per sempre ci aveva portati là, tentando d’incontrarsi in quel capoluogo che non apparteneva a nessuno dei due. Adesso in conclusione eravamo uniti, eravamo in grado d’esaminarci squadrandoci negli occhi, era possibile osservare e distinguere chiaramente come eravamo fatti di persona, tastarci e annusarci in ogni sfumatura. ...
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