1. Non siamo disPERSI


    Data: 03/05/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti

    ... Il dolore si fa insopportabile, non resisti, lo capisco… con la stessa mano ti spingo all’indietro, come un corpo esanime crolli supina sul tavolo, ti tiro a me afferrandoti dai polpacci, mi scivoli, acchiappo le caviglie. Ti ritrovi in ginocchio sul pavimento freddo dopo un tonfo con in faccia il mio enorme pene, te lo ritrovi in gola l’attimo a seguire. Mentre abuso della tua bocca e violento la tua gola ti aggrappi alle mie natiche, sento le tue unghie dentro. Mi ecciti e lo sai, al tempo stesso ti opponi dopo qualche minuto… non vuoi farmi venire, dobbiamo proseguire, ti alzi a stento, sei già ridotta male, afferro il tuo collo, ti guardo negli occhi, sei incantevole. Attraverso la tua iride vedo il mostro che ti soffoca, fuggi via, invece che fai? Sali sul patibolo della depravazione.
    
    Prendo gli altri nastri di raso, bianchi. Ti trovo in ginocchio sul tavolo, ti raggiungo. Lego le tue sottili caviglie, ed i polsi dietro la schiena, ti spingo verso il margine del tavolo. É un gioco perfido e pericoloso questo. Perché alimenti la mia follia perversa?
    
    Le tue ginocchia sono al filo del tavolo, il resto del corpo sporge oltre, io ti tengo in equilibrio afferrando il nastro del collare, agguanto il plug e lo getto via, prendo il pene, senza esitazione e pentimento lo infilo dentro, ti sbatto più forte che posso all’istante, sono una furia inebriata di perversione, tu una bambolina senza volontà che non mi incita più, geme nel suo silenzio mentre viene strozzata e fottuta ...
    ... con le ginocchia al bordo di un tavolo… in questo momento potrebbe essere un burrone.
    
    L’idea di cadere legata da quell’altezza ti eccita, adrenalina o cosa? Sono lo strumento del tuo masochismo?
    
    L’atto di sodomia avviene come un dannato moto perpetuo, entro ed esco, stringo i denti, ritmo sostenuto, sento solo il mio affanno e i tuoi lamenti, sbavo. Spingo con forza come a volerti buttare giù, ora sono io che lo voglio, tu resisti, ti opponi… hai paura?
    
    Qualcosa è cambiata, non per me. Voglio fotterti, devastarti, distruggerti… qualsiasi cosa in questo lampo.
    
    Nel momento in cui pensavo stessi per cedere, tu che fai? Mi inciti?
    
    Gridi che sei una puttana, si, la mia puttana… le tue urla di rabbia e dolore varcano probabilmente i confini dell’appartamento, ti volti, ora lo vedi il mostro? Sono io non tu, non ho pietà ma, non sono nemmeno cattivo.
    
    Rosso, fermerai la follia.
    
    Non si ferma nulla, continuo imperterrito come un macchina che deve fare solo quel movimento ossesso, fortuna che la macchina prima o poi si scarica. Al momento propizio, quando vedo che non resisti più e che sei in bilico, libero i tuoi polsi, lascio il nastro, solo dopo averti porta a me. Un macabro abbraccio, una ruvida passione.
    
    Ti afferro, la mia mano sinistra tortura il tuo capezzolo, con la destra mentre ti avvolgo – e tu saltelli sul mio cazzo – arrivo fino al collo, ti lacero il respiro. Ti mollo, continuo a scopare il tuo culo mentre tu ti adagi a pecorina, sto per venire nel ...