...metti che un amico ti inviti a cena
Data: 02/03/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Zindo, Fonte: Annunci69
Di gente ne conosco tanta ma di amici veri, penso di averne uno solo: Alberto.
Non lo vedo da qualche giorno. Al telefono mi ha detto che ha conosciuto una donna favolosa alla quale vuole dedicare tutto il tempo libero, però mi telefona spesso.
Eccolo: sta chiamando. Rispondo. Dice: “Vieni da Silvano verso le otto? Offro io stasera, porto anche Anna così vi conoscete”.
“Da Silvano” è il ristorante che frequentiamo spesso. Anna invece non dovrei sapere chi sia ma non ci vuole una intelligenza particolare per intuire che si tratta della “favolosa donna” che lo sta tenendo impegnato in questo periodo.
Accetto l'invito per almeno due motivi: la voglia di rincontrare il mio amico e la curiosità di conoscere questa misteriosa Anna, la donna fatale.
Alle otto in punto sono al “Da Silvano”. Ho appena parcheggiato la macchina nel parcheggio privato riservato ai clienti quando vedo arrivare anche l'inconfondibile macchina di Alberto. La seguo con lo sguardo e anche con un poco di curiosità: quella di conoscere la famosa Anna.
Quando la vedo scendere dalla vettura per poco non mi viene un colpo. Io la conosco molto bene! Certo il nome Anna avrebbe dovuto già dirmi qualcosa, ma di Anna ce ne sono una infinità, non è un nome raro come , che ne so, Domitilla o Salicandra.
Per una attimo mi chiedo come abbia potuto Alberto non riconoscerla come la “mia” Anna, quella con cui due anni fa ho avuto una storia breve (ma intensa). Poi però mi ricordo che in quel periodo ...
... Alberto era andato a Londra per un lungo periodo, perciò non glielo avevo mai presentata e chissà, forse quando poi gliene avevo parlato (perché con lui non ho mai avuto segreti) non gli avrò neanche detto il nome e, anche se l'avessi fatto, come ho detto poco fa, di Anna al mondo ce ne sono a iosa.
Vedo Alberto che indica me, Anna che mi guarda.
Spalanca gli occhi, chiede qualcosa ad Alberto, poi ride e guarda me.
Vado incontro a loro.
Alberto dice qualcosa come “Scopro che voi due già vi conoscete”.
Nessuno gli da una risposta; io ed Anna ci abbracciamo come vecchi amici; lei dice “Così saresti tu il grande amico di cui Alberto parla sempre” proprio mentre io le dico “Così saresti tu la donna fatale della quale Alberto parla sempre”.
Ridiamo per la contemporaneità e la somiglianza delle nostre frasi, ci guardiamo e, di nuovo all'unisono, diciamo entrambi “Non ti trovo cambiato” e “non ti trovo cambiata”.
Alberto interviene con voce dai toni tra il sorpreso ed il deluso “C'è molta intesa tra voi, vedo”.
Io sorrido e dico “Una volta sì, ci intendevamo al volo”
“Non sempre” precisa Anna “altrimenti non ci saremmo persi di vista”
Le ricordo “Avevamo deciso insieme di porre fine alla nostra storia, se ti ricordi bene”
“Mi ricordo perfettamente. Avevamo detto di non continuare più a frequentarci in un certo modo, non di non vederci più”
Se Alberto non fosse presente le direi che io stavo con lei solo perché ci frequentavamo “in quel certo modo”, ...