1. La vendetta di un impiegato, da vittima a carnefice – Capitolo 9


    Data: 29/04/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: duke69, Fonte: EroticiRacconti

    La maratona di sesso continuò fino a tarda notte, quando i tre si addormentarono nello stesso letto le cui lenzuola erano rimaste intrise di olio, saliva ed eiaculato femminile; lo sperma maschile era rimasto nell’ano di Ilenia incapace di sollevarsi dal letto per andare a svuotarsi.
    
    E mentre Ilenia dormiva distrutta fino a metà mattina, Monica passava la notte in bianco preoccupata per la figlia: dove era finita? forse aveva preso male quell’ultima situazione in cui la madre veniva ancora una volta abusata e umiliata. Lo stato d’ansia cresceva con il passare del tempo e tale inquietudine aveva ormai rimpiazzato il suo profondo senso di umiliazione in cui viveva da tempo, fino a che, in tarda mattinata, udì il ronfo del motore dello scooter.
    
    “Ma dove cazzo eri finita??? Tutta la notte che ti aspetto e quel dannato smartphone spento!!! Diavolo, Ilenia mi stavi facendo morire dall’angoscia…”
    
    “Mi dispiace…sono andata a dormire da una amica e non mi sono resa conto che il telefono fosse spento!”
    
    “Fanculo, Ilenia!”
    
    Monica abbracciò Ilenia allietata di averla nuovamente con sé.
    
    “Beh, dopo quello che ho visto, non riuscivo più a stare in quella casa…e poi mi sembrava che a tratti ti piacesse…”
    
    “Piacere? …certo ho fatto sesso con due tipi niente male, ma sono pur sempre la schiava di Simone che abusa di me in ogni modo! Ma quello che mi fa più male e farlo sotto i tuoi occhi: non c’è peggiore umiliazione. Mi chiedo quanto durerà ancora questo ...
    ... supplizio...”
    
    “Lascia che parli io con Simone, potremo trovare un accordo”
    
    “ahh…Ilenia! Nemmeno puoi immaginare che cosa potrebbero farti quei depravati! Per non parlare di quella coppia di sadici dove trascorro la settimana…”
    
    Ilenia cercò di confortare la madre cosciente del fatto che, a sua insaputa, stava lavorando alla cosa e che già si era adoperata per alleviare le pene della madre.
    
    La settimana successiva fu durissima per Monica.
    
    Al suo arrivo nel tugurio, nel tardo pomeriggio del lunedì, Cesare la legò nuda ad una sedia, la portò nel cortile d’ingresso casa e la lasciò al freddo, esposta allo sguardo di eventuali curiosi passanti, in attesa che arrivasse Ester. Intirizzita dal vento gelido chiedeva a Cesare che cosa avessero in programma di farle:
    
    “La prego Signor Cesare, ho freddo! Che cosa volete farmi?”
    
    “Resisti troia! Ester sarà qui a momenti, ti darà una veloce sistemata e poi ti riporteremo dentro… perché dobbiamo divertirci come si deve con una vacca come te!”
    
    “Ma qui potrebbe vedermi qualcuno…”
    
    Il cancelletto d’ingresso aveva delle semplici sbarre; chiunque fosse passato in strada e avesse girato lo sguardo all’interno della casa avrebbe visto Monica, legata nuda sulla sedia, con le gambe divaricate, piegate e sollevate alle spalle: il sesso era completamente aperto!
    
    Il continuo piagnucolio di Monica, travolta dalla vergogna di essere così oscenamente esposta in pubblico, fece scattare Cesare che le diede un ceffone sulla guancia talmente forte da ...
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