1. Lo spettacolo di magia


    Data: 25/04/2019, Categorie: pulp, Autore: Lo svitato, Fonte: EroticiRacconti

    ... mano di prima - o forse l'altra - e buona parte del braccio a cui era attaccata. Si allungò fino al petto e vi si distese sopra a dita divaricate, prendendo ad accarezzarlo con movimenti ampi e languidi.
    
    Nel frattempo qualcos'altro ancora stava spuntando dal colletto del povero malcapitato - dal lato della schiena, questa volta - innalzandosi fin sopra la testa: si trattava di una gamba, nuda e aggraziata, anch'essa dall'aria femminile. Teneva il piede puntato all'insù, alla maniera delle atlete di nuoto sincronizzato, e non si muoveva se non per il fatto di continuare ad ergersi sempre più in alto.
    
    Stefano ebbe uno spasmo e sembrò sul punto di sparar via gli occhi dalle orbite. La testa gli si riversò all'indietro, e il collo si gonfiò, come se qualcosa di grosso lo stesse risalendo dall'interno. Un attimo dopo dalla bocca aperta si affacciarono, occupandola per intero, le cinque dita di un piede - dell'altro piede - che si dimenarono in una specie di saluto al pubblico, tra le labbra tese. Saluto che il pubblico, pietrificato dall'orrore, non ricambiò.
    
    E non era ancora finita. Anzi. La gamba destra dei pantaloni cominciò a mostrare segni di attività al suo interno, finché una mano non comparve dal fondo, di fianco alla scarpa, facendo ciao ciao. L'altra mano, che non aveva mai smesso di strofinarsi sui pettorali del volontario, si abbassò fino alla cerniera dei pantaloni e la tirò giù, per poi rovistare all'interno e tirare fuori una cosetta rosa e liscia. Quella ...
    ... cosa non era ciò che tutti si aspettavano, bensì un naso.
    
    Tra l'incredulità generale il naso si spinse in fuori, seguito da una bocca e parte del mento. La bocca era molto attraente, luccicante di rossetto, e stava sorridendo a labbra serrate.
    
    "Suvvia, mia cara, ora basta giocare," disse il mago, che per tutto il tempo era rimasto a guardare in disparte. "Il nostro pubblico desidera conoscerti."
    
    La bocca fece una linguaccia, e tutti e quattro gli arti di donna si agitarono con fare canzonatorio per poi ritrarsi di scatto.
    
    "Ah, è così?" tuonò il Grande Guignoletti. "Piccola impudente, t'insegno io!" In un attimo fu sul povero Stefano, che non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi: il mago gli fece uno sgambetto che lo mandò lungo disteso per terra, poi si chinò su di lui e mimò, con entrambe le braccia, il gesto di estrarre dal suolo qualcosa di molto grande e pesante.
    
    Dalla schiena del giovane schizzarono fuori - esplosero - due lunghe e splendide gambe, lacerandogli la camicia con uno strappo fragoroso. Scalciarono per un po' a vuoto, nell'aria, finché il mago disse "Non sei che una piccola sciocca, e un'illusa. Ora vieni a me!"
    
    Le gambe si sollevarono, sospinte dal resto del corpo che si andava materializzando, come se ne venisse sputato fuori, dai brandelli della camicia. Si curvarono in avanti, trovando il suolo con la punta dei piedi, ed ecco che con una torsione d'innaturale grazia e potenza la donna misteriosa si raddrizzò e fece un inchino al pubblico, ...
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