La cabina
Data: 23/04/2019,
Categorie:
Voyeur
Comici
Autore: ululiulula, Fonte: xHamster
... l’interno e vedo un’altra porta che da sulla cabina numero 69. La porta è fatta con le persiane, mi avvicino ad essa e guardo attraverso gli spiragli. Ti stai cambiando, hai appena finito di mettere gli slip, ti ho visto le chiappe e quanto sono bianche rispetto al sole che hai preso in questi giorni. Trattengo il respiro per non farmi sentire. Ti metti il reggiseno “Che tette, porca miseria, fortunato chi le tocca e chi bacia quei capezzoli, vorrei metterci il mio cazzo”. Finisci di vestirti ed esci. A quel punto guardo come aprire la porta. Sembra un gioco da ragazzi e lo è. Bingo, porta aperta, mi sento Arsenio Lupin. Mi cambio anch’io, non sono proprio un bel vedere, ma sono io, poi per la prova costume, ho l’immunità diplomatica, non mi può giudicare.. Prendo l’asciugamano e vado al bagnasciuga dove mi aspetta un lettino. Devo aspettare poco e ti vedo arrivare con i tuoi amici, vai subito in riva la mare a guardare l’orizzonte, il tuo didietro è esposto a mezzogiorno rispetto alla mia visuale. Senza pantaloncini, mi fa sognare, ancora di più. Torni verso gli ombrelloni e ti vedo. Viso ovale, leggermente abbronzato e quelle tette che danzano al ritmo del tuo avanzare. Penso a tutti quelli che sono in spiaggia e non le hanno viste, mentre io sì, sono fortunato. Ti squadro da capo a piedi, te ne accorgi e quando mi passi accanto mi sorridi, più per gentilezza che per altro. Mi metto a prendere il sole e fantastico sulle tue natiche, i fianchi e su come vorrei montarti ...
... senza sella. Mi sto per addormentare, quando con le tue amiche venite a riva e mettete i vostri asciugamani vicino al mio lettino. Non posso fare a meno di sentire che bisbigliate, poi ridete ed ogni tanto tu butti lo sguardo verso di me. Mi alzo vado a fare il bagno sono sudato, molto sudato, vado a raffreddare i bollenti spiriti. Quando torno ve ne state tornado agli ombrelloni, sembrate proprio delle puledre irrequiete. Non state mai ferme. Questa volta mi sdraio con la schiena a prendere il sole. Non smetto di pensare a ciò che ho visto in cabina. Faccio andare le mani sulla sabbia, con le dita faccio dei disegni e poi con il palmo della mano pulisco tutto e poi ricomincio. Ad un tratto la mano destra sente qualcosa, mi tiro su, ho tra le mani un cellulare, ha una cover con degli strass stile “Accesorize”. “Sicuro che una di quelle ragazze l’ha perso sotto il mio lettino”. Guardo se vi vedo. Niente, mi alzo per vedervi ma c’è la bolgia della domenica pomeriggio. Provo a sbloccarlo, non ci riesco, non posso nemmeno chiamare nessuno. “Facciamo così, io resto qui, ancora mezz’ora tre quarti d’ora, poi se non tornano lo porto alla direzione del bagno. Mi metto a riprendere il sole e guardo se vi vedo. E’ ora di partire “Vaffanculo, a sto’ punto non potevo rimanere dov’ero , almeno ero in compagnia, quando ragiono con l’uccello, non ne combino una giusta. E’ proprio vero, tirano più due peli di figa che una coppia di buoi”. Piego l’asciugamano e mi dirigo verso la cabina, non ...