1. Cari, vecchi amici ( prima parte: il pompino)


    Data: 07/04/2019, Categorie: Tradimenti Autore: rispettoso8, Fonte: Annunci69

    ... ci riportò alla triste realtà, facendo noi appena in tempo a ricomporci e lei! , per sdrammatizzare: “Arrivederci Ragioniere, le invierò al più presto il saldo della fattura”.
    
    Mi ritrovai così, mezzo rincoglionito per quella inaspettata, ma meravigliosa e purtroppo incompiuta avventura, a far ritorno al mio lavoro, con i coglioni che mi scoppiavano per l’eccitazione (appena arrivato dovetti andare in bagno a farmi una sega per calmarmi).
    
    Da allora non ci siamo più rivisti, fino a quella mattina. Ero assorto da quei pensieri, quando lei mi fa: “Buon giorno ragioniere, sono venuta per saldare quella fattura”. Capii subito il significato di quella frase e cosa sarebbe successo di li a poco, ma volli, comunque, gustare il sapore di quella riconquista (tanto oramai non c’era più la fretta di un tempo) e, rispondendole “Già, la famosa fattura!”, la feci accomodare sul divano che avevo sistemato sul retro del mio ufficio, dove mi ero arredato un piccolo ma accogliente salottino con divano-letto, con tanto di frigo e luci regolabili.
    
    Le offrii un Campari e mi sedetti accanto a lei, cominciando a parlare del più e del meno e, ad un certo momento, cominciai a ricordare il fatto accaduto quel famoso giorno, raccontandole, come se lei non ne sapesse niente, tutto quanto era accaduto, prendendole la mano e cominciando a carezzarla come quel giorno. Cominciai a notare il suo turbamento, ma questa volta, chiedendole scusa, mi alzai un attimo ed andai a chiudere la porta ...
    ... d’ingresso a chiave, mettendo il cartello “torno presto”: non volevo sorprese questa volta.
    
    Tornai a sedere accanto a lei, le ripresi la mano, e ripresi a raccontare, cominciai a confidarle il mio desiderio nei suoi confronti fin dai tempi della scuola, quando lei (involontariamente o non) si metteva sottobraccio e mi faceva sentire la possenza e la durezza delle sue tette, e un’altra volta, durante una pasquetta in campagna di amici, per prendere il posacenere che era accanto a me, si stese sulle mie gambe facendomi sentire le sue tette direttamente sul mio cazzo che ebbe una erezione improvvisa e lei, accortasene, fece di tutto per ritardare il suo ritiro col portacenere. In seguito, nessuna altra avance era stata osata né da parte mia né da parte sua. A questi racconti, lei disse che in effetti io le ero sempre piaciuto, solo che paradossalmente a lei sembrava che fossi io a non essere interessato a lei; ma io le risposi che la mia era una reazione tipica della persona timida, caratteristica che avevo ormai perso da tempo. Lei affermò che in effetti ero cambiato, che adesso ero più “sveglio” di allora, e che comunque era ora di recuperare il tempo finora perduto. Detto questo, portando la mia mano vicino al suo viso, prese tra le labbra il mio dito medio e se lo risucchiò in bocca come fosse uno spaghetto, il mio cazzo ebbe un sussulto improvviso, mi si avventò sopra come una pantera affamata e cominciammo a baciarci e a toccarci.
    
    Ad un tratto si alzò in piedi, si tolse la ...