1. Cari, vecchi amici ( prima parte: il pompino)


    Data: 07/04/2019, Categorie: Tradimenti Autore: rispettoso8, Fonte: Annunci69

    Avevo da poco aperto una agenzia d’affari, dopo un periodo di lavori vari in giro per l’Italia.
    
    Il lavoro non era tanto, anche perché ero all’inizio, e lavoravo da solo; un giorno viene a trovarmi una vecchia amica di scuola, un paio d’anni più giovane di me (io ne ho 33), sposata.
    
    Era da un po’ di tempo che non la vedevo, sia per il mio tran-tran per l’Italia che per alcuni fatti accaduti qualche anno prima che, al suo apparire nel mio ufficio, mi tornarono subito alla mente: chiaramente insoddisfatta del matrimonio, anche se non amava parlarne, un giorno ero andato a trovarla al lavoro (faceva la contabile in un grande autosalone ed il suo ufficio era un box ricavato all’interno del locale, con angoli protetti dalla potenziale visione dall’esterno; c’era solo lei che si districava tra fatture e documenti), dopo esserci salutati da buoni vecchi amici, rimanemmo mano nella mano; continuando a parlare, ci tenevamo ancora mano per mano, ad un tratto, non so cosa mi prese, cominciai a solleticarle coi polpastrelli il palmo interno della mano, risalendo pian piano lungo il polso. A lei piaceva tale trattamento, non accennando al benché minimo ritiro impacciato o incazzato, anzi: ad un certo punto, durante questi miei lenti tragitti lungo la parte inferiore del suo braccio (che l’avevano senz’altro turbata), arrivato di nuovo all’interno della sua mano, improvvisamente, scegliendo apposta il mio dito medio, me lo strinse a mo’ di cazzo e cominciò a massaggiarlo ed a ...
    ... scorrerlo per tutta la sua lunghezza; arrivata alla punta del mio medio, con la punta del suo indice cominciò a carezzarlo e solleticarlo proprio come fosse la punta di un cazzo che veniva dardeggiata dalla sua lingua assatanata. Intanto il vero cazzo (il mio) cominciò a premere nei boxer, tanto che, ad un certo punto, vuoi per l’eccitazione, vuoi anche per i pantaloni larghi che indossavo, sgusciò fuori dai boxer puntando dritto verso i bottoni della patta, dimostrando alla mia “dirimpettaia” in maniera palese l’esito prevedibile di quel giochino.
    
    Ci guardammo fissi negli occhi e automaticamente ci ritrovammo abbracciati in un angolo del suo ufficio a baciarci furiosamente e a toccarci a vicenda. Le presi le stupende tette tra le mani a mo’ di coppa e cominciai a massaggiarle, strizzando di tanto in tanto i capezzoli che erano divenuti durissimi, poi, alzandole la lunga ma larga gonna che indossava, le infilai una mano negli slip, beandomi della lussuria che, grazie anche ai miei giochetti di prima, le stava sgorgando copiosa dalle labbra; raccolta la mano a coppa, cominciai a sfregarla sulla fica bollente, spalmandole i suoi stessi umori tra labbra e buco del culo; cominciai allora a penetrarla con le dita, mentre lei, da sopra i pantaloni, mi aveva intanto infilato una mano nei boxer e, afferratomi il cazzo al quale poco mancava che le scoppiasse fra le mani, cominciò a menarmelo nei pantaloni. All’improvviso, il “Buongiorno” di un cliente che in quel momento entrava nel salone ...
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