Diritti d'autore - 3
Data: 06/04/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... breve esitazione, quasi un ripensamento, spinse leggermente, facendo sgusciare oltre la soglia l’intero glande.
Francesco grugnì all’improvviso stiramento.
“Dimmelo se ti faccio male. - gli raccomandò l’altro - Vuoi che esco?”
“No…”
E Marco continuò a spingere, gemendo entrambi mentre il fallo proseguiva la sua inesorabile avanzata. Francesco si sentiva letteralmente lacerare per via di quella dilatazione fuori misura, gemeva, ma si guardava bene dal chiedergli di smettere: era una prova che si era imposto di affrontare. Ma Marco non era da meno: non era abituato a penetrare in un buco così stretto, aveva l’impressione che la pelle del cazzo gli si dovesse strappare via da un momento all’altro, ma era determinato ad arrivare fino in fondo, specie quando le fitte di dolore diventarono d’un tratto fitte di un piacere così lancinante da farlo quasi sborrare. Entrambi grugnivano e sbuffavano, mentre quel cazzo monumentale proseguiva la sua avanzata.
E finalmente arrivò in fondo, finalmente i peli pubici di Marco strusciarono contro lo sfintere martoriato di Francesco.
“Wow! – esultò Marco – Te l’ho ficcato tutto nel culo!”
“Ce l’ho fatta… - gli fece eco debolmente l’altro – Sono riuscito a prenderlo tutto!”
Marco si chinò, lo avvolse con le braccia e lo strinse a sé.
“Ti fa male?”, gli chiese, mordicchiandogli la nuca.
“Non preoccuparti, adesso passa… Non muoverti, però… non muoverti ancora…”
Era un’esperienza nuova per tutti e due: per Marco, ...
... perché non aveva mai scopato il culo di un uomo, il che lo elettrizzava sia a livello fisico per il piacere particolare che stava provando, sia a livello psicologico per la sensazione di potere che gliene derivava; per Francesco, perché era la prima volta che riusciva a prendere un organo così grande e la cosa gli dava un senso di gratificazione, nonostante il dolore di quei primi momenti.
Poi, Francesco sentì scemare la pressione dello sfintere attorno al proprio cazzo, allora capì che Marco era pronto e cominciò lentamente a muoversi: lentamente, un centimetro alla volta, valutando i gemiti che sentiva provenire da Marco, e accelerando l’andatura via via che li sentiva trasformarsi in sospiri di piacere, finché si ritrovò a pompargli nel culo con tutta la sua gagliardia.
“Che bello, Fra, cazzo, che bello! – ansimava, mentre lo sfilava quasi tutto e poi glielo rifiondava dentro – Mi piace il culo… cazzo se mi piace! Te lo stai godendo il mio cazzo, vero? Sei proprio una puttana rotta in culo!”
Quelle parole crude lungi dal ferire la sensibilità di Francesco, lo portavano a livelli ancora più alti di libidine: con gemiti e sospiri sempre più accentuati, prese ad assecondare il ritmo di pompa dell’amico, andandogli incontro, nel momento del ritorno e strizzando lo sfintere, non appena riuscì a recuperarne il controllo. Il che non sfuggì a Marco, che si infiammò ancora di più.
“Sì, cazzo!... così, Fra, così … ti voglio puttana sotto di me… fai la puttana… fai la ...