1. Desiderio di appartenenza


    Data: 29/03/2019, Categorie: Etero Autore: PreciousJewel, Fonte: Annunci69

    ... ora la voglia grida e la Sua mano gioca con le palline, le preme, le tira, le muove. "Dio no, non così, così non resisto", mordo più forte la corda, gemiti soffocati dalla bocca assieme a saliva che cola.
    
    Improvvisa ancora la Sua cinghia a mordermi la pelle, ancora ed ancora; ora non più punizione, ora piacere e dolore, come io amo, come sono, come voglio.
    
    Sussulto ai colpi, ansimo, lacrime rigano le guance, ma sono pronta a chiedere ancora ed ancora.
    
    Ancora le Sue mani, ancora ad eccitare, toccare, a muoversi abili sul clitoride, a premerlo, muoverlo.
    
    Ancora le Sue mani a giocare con quel gioiellino preparandomi tirandolo fino a sfilarlo.
    
    E subito il Suo cazzo è lì, tra le natiche, preme, pretende; le mani serrano sicure i miei fianchi, una spinta decisa, dolore, cazzo, fa male.
    
    Non si ferma. "Di più!". ll dolore sfuma. Piacere. Cosa è l'uno e cosa l'altro? Che importa. In me, nelle mie viscere, con colpi ritmati, profondi che accompagno con gemiti ravvicinati.
    
    Lo sento, è lì, sale, dalle viscere al cervello. Sta per esplodere. Un tremore incontrollabile mi scuote.
    
    "Per favore non posso resistere oltre, ho bisogno dell'orgasmo, ora, ora per favore, per favore".
    
    Mugolo parole soffiate su quella corda.
    
    Chiedo il permesso di godere. Imploro il mio orgasmo. Aspetto un sì. E la voglia è tale che altre lacrime mi rigano il volto. Ancora, colpi più profondi, le palline che esaltano il piacere. "Ti prego Ti prego".
    
    Ora non son più pensieri, ora ...
    ... sono parole, e il Suo sì, appena sussurrato, è il premio. Mordo con forza la corda, stringo i pugni, la schiena si inarca assecondandolo fino ad esplodere in un orgasmo violento, appagante, che mi lascia sfinita, abbandonata su quella sedia…
    
    “Hei ciao bellezza sei sola?”, bellezza???? Una voce maschile mi riporta con violenza di nuovo nella realtà. Ancora eccitata e scioccata, da ciò che avevo appena vissuto nella mia mente, vedo un uomo sedersi al mio tavolo. Non era l’uomo che aveva provocato la mia fantasia ma uno sconosciuto. Ero delusa ed incazzata perché aveva interrotto il mio momento, ma soprattutto stava rovinando quella strana situazione che sentivo essersi creata. Cerco di riprendermi, con garbo gli rispondo di sì e gli dico di alzarsi e lasciarmi sola.
    
    I miei occhi nel frattempo andavano alla ricerca di quell’uomo elegante, di colui che aveva provocato in me forti emozioni e fatto vivere quella eccitante e sconvolgente fantasia.
    
    Lui si era alzato e stava venendo verso di me, ma la presenza di un uomo al mio tavolo l’aveva bloccato. Fraintendendo ciò che aveva visto, mi ha lanciato uno sguardo glaciale, misto di delusione e disapprovazione.
    
    Mi sono alzata per andargli incontro, ma lui, senza darmi il tempo di raggiungerlo, mi ha voltato con fare brusco le spalle ed è uscito dal ristorante.
    
    Se n’è andato cosi, senza alcuna parola e possibilità di chiarimento, portando con sé il mio “desiderio di appartenenza”, un desiderio ormai soffocato, ormai ...