Basta! – Parte 7 (ultima)
Data: 29/03/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Cuckold
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Tradimenti
Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu
... calza, fino alla giarrettiera di pizzo elasticizzato e poi su, sulla pelle tiepida della coscia , fino al suo pube bollente. Lei schiuse le gambe, e la mia mano si impadronì della sua fichetta nuda, già bagnata di eccitazione. Giocherellai pigramente con le labbrine, poi le schiusi con due dita e feci correre un polpastrello tra di loro, andando lentamente dal buchetto al bottoncino, poi tornai indietro e proseguii fino al buchetto, che trovai rilassato e palpitante. Lei mi mise la mano sulla patta ed abbassò la zip, armeggiando coi miei boxer per tirar fuori il mio cazzo semiduro. Proprio in quell’istante, Gino si svegliò e con una rapida occhiata verso di noi, comprese subito gli eventi, sorridendo di compiacimento. A cenni, lo pregai di stare attento che nessuno si avvicinasse e lui annuì, mettendosi a sedere nel posto verso il corridoio. Nel frattempo Lorella si era abbassata ed aveva cominciato a leccarmelo, portandolo rapidamente al massimo dell’erezione. Quando la consistenza fu di suo gradimento, lo fece sparire in bocca, spingendoselo fino alla glottide ed aspirandolo e massaggiandolo con la sua guizzante linguetta, mentre con due dita lo stringeva alla radice e col pollice mi sfiorava lievemente lo scroto. La fica era guazza, col le labbrine aperte, come il becco di un uccellino che implori il cibo dai genitori: decisi di soddisfarle gli appetiti e la tirai, facendomela infine sedere sul pube. Feci ricadere la sua ampia e lunga gonna fino oltre le mie ginocchia e ...
... la allineai alla mia cappella congestionata. Con una mano sotto la gonna, se lo appoggiò sulla fica e poi, con un quasi impercettibile «Ohhh….», ci si impalò lentamente. Le misi le mani sui fianchi e la tenni, mentre inarcandomi mi spingevo ritmicamente dentro di lei. La mia mente, malandrina, mi riportò alla memoria una scena simile del film Emmanuelle ed il mio piacere aumentò. Sentivo il cazzo massaggiato e come masticato dai muscoli vaginali di Lorella e stavo con i sensi all’erta, stimolato dalla paura che qualcuno ci notasse. Tanto che venni sorpreso dall’onda di piacere che, dai coglioni, risaliva violentemente su per il cazzo, molto in anticipo sui tempi a me abituali. Anche lei sentì il mio uccello irrigidirsi ancora e vibrarle dentro la fica ed anche lei sentì arrivare il treno del piacere: si lasciò sfuggire un piccolo gemito e ridussi i rischi che svegliasse qualcuno afferrandola per la nuca e spingendole la lingua in bocca, proprio mentre i nostri corpi, alla stesso tempo, vibravano per l’orgasmo raggiunto. Le lanciai lunghi schizzi dentro la fica, contro il collo dell’utero e lei, felice, si rilassò, mi abbracciò e mi baciò con gioia. Poi, sempre facendo piano piano, si alzò e raggiunse la coda per rinfrescarsi nella toilette. Presi fiato un momento, poi anch’io andai a poppa e mi chiusi nell’altro camerino, per fare una rapida abluzione e, già che c’ero, per alleggerire la vescica. Tornando a metà fusoliera, ai nostri posti, notai la gente ammassata -sei per ...