1. Basta! – Parte 7 (ultima)


    Data: 29/03/2019, Categorie: Erotici Racconti, Cuckold Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Tradimenti Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    ... nostra ora ed il gate venne aperto: salimmo sul pullman aeroportuale che ci scaricò davanti alle scalette. Dopo cinque minuti, eravamo seduti ai nostri posti e, lì a poco, l’Airbus rollò fino a capopista caracollando; poi sembrò concentrarsi, come un atleta ai tacchi di partenza, sentii i motori aumentare i giri, mentre la fusoliera oscillava sulle sospensioni e poi… via!!! Mi trovai con la nota spinta dello schienale contro la schiena, fin quando il grosso aereo fece la rotazione, staccando il ruotino di prua dalla pista e poi, dopo qualche centinaio di metri, anche i grossi carrelli si staccarono dalla pista e dopo poco avvertii il leggero tonfo dei portelli che si richiudevano, coprendoli. Dopo una ventina di minuti, mi resi conto che eravamo in volo livellato, appena prima che il comandante ci desse il benvenuto a bordo, ci informasse che avremo volato a trentasettemila piedi (divisi per tre e capii che si trattava di quasi dodicimila metri) alla velocità di ottocento chilometri all’ora, con una temperatura esterna di sessanta gradi sotto zero e che saremmo atterrati a Malpensa intorno alle tre del mattino, ora italiana. Subito dopo, il personale di bordo passò distribuendo bevande e biscotti secchi e poi le luci della cabina si attenuarono, mentre gli schermi LCD si abbassavano per mostrare un film; non ero interessato, per cui non presi neanche le cuffie per sentire il sonoro. Gino, avendo visto che gli altri tre sedili accanto a noi erano vuoti, si era trasferito lì, ...
    ... alzando i braccioli e stendendosi a dormire e io, alzandomi per prendere il libro dal bagaglio a mano, notai che le file davanti e dietro a noi erano vuote e, verso prua, avevo l’impressione che tutti avessero approfittato dei molti posti liberi, per affrontare il più comodamente possibile il noioso volo notturno. Vidi, nei ‘galley’ di prua e di coda, le hostess sedute in posizione molto rilassate, a chiacchierare: con l’aereo pieno a metà di gente assopita, in effetti, il loro lavoro era ridotto solo a gettare pigre occhiate per vedere se qualcuno avesse, caso mai, bisogno di loro. Guardai Lorella, mezza assopita di fianco a me e poi guardai, fuori dal finestrino, il mare di nuvole illuminato dalla luna; un’espressione inglese cominciò a ronzarmi nella testa, come una mosca sul vetro in un pomeriggio piovoso: thirty thousands … trenta mila. Perché pensavo a quella distanza? Frugai nella memoria e infine mi venne in mente: thirty thousands high! Trentamila (piedi in) alto! Cioè, un’altezza di diecimila metri… Il club dei diecimila metri (di quota) raccoglie tutte le persone che possono vantarsi di aver fatto sesso in alta quota e… beh, guardando Lorella, pensai che l’occasione era favorevole. La risvegliai con un bacio sulla tempia e lei aprì gli occhi, guardandomi con un sorriso complice. Mi porse le labbra da baciare ed io le infilai sensualmente la lingua in bocca, facendole però scivolare la mano sotto la gonna midi di flanella. Feci risalire le dita lungo il nylon della ...
«1...3456»