1. Basta! – Parte 7 (ultima)


    Data: 29/03/2019, Categorie: Erotici Racconti, Cuckold Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Tradimenti Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    Gino sgranò gli occhi, scioccato dal mio commento ed anche Lorella mi guardava con gli occhioni sgranati, incredula. L’uomo si schiarì la gola e poi, rassegnato, affrontò un altro aspetto della faccenda: «Beh, comunque, in tutto, Lorella stasera… quanto ha guadagnato?» Feci un sorriso crudele: «Allora non hai capito! Lei nulla! Ciò che Mamoud ha raccolto è solo per il suo disturbo di aver trovato dei maschi arrapati per farvi sollazzare!»
    
    Passati i primi istanti, accettarono il mercimonio unicamente per quello che davvero era stato, per me: un gioco squisitamente erotico e null’altro. Tanto che, quando Mamoud si propose di… salutare Lorella, allungandosi tra le dune, nessuno sollevò obiezioni, nonostante i buchetti di lei fossero gonfi ed arrossati e lei, almeno all’inizio, si lamentasse un pochino. Mamoud era carico dallo spettacolo a cui aveva assistito e quindi in pochi minuti scaricò una copiosa sborrata nel culo di lei, dopo di che, ci salutammo.
    
    Camminando nel deserto per tornare al villaggio, sentii sciaguattare ad ogni passo di lei, tanto che ci fermammo e verificai: lo sperma di Mamoud, non trattenuto dallo sfintere allentato e dolente di Lorella, le fuoriusciva e le colava lungo le cosce. Sia io che Gino trovammo la cosa tremendamente erotica, nonostante le sue deboli proteste. Alla fine, un po’ ansanti, tornammo al villaggio, ormai silenzioso e ci ritirammo nelle nostre camere per la notte. Mentre li lasciavo, riflettei che un ‘buon’ bull avrebbe preteso di ...
    ... dormire insieme a lei, magari facendo dormire Gino in bagno, ma francamente la cosa che più desideravo era una sana dormita, in pace ed in piena privacy, senza sfacchinate scoperecce appena svegli o prima di dormire…
    
    La mattina, mi svegliai appena in tempo per farmi la barba a tutta velocità e fiondarmi al ristorante, prima che scadesse il tempo di apertura per la colazione. Passai il tempo di mangiare qualcosa e bere il mio the salutando il mondo o ‘alla voce’ (come si dice in Marina), oppure con cortesi cenni di mano e sorrisi. Vidi Lorella ed il marito e, in verità, non me ne dolsi. Poi, andai a godermi l’ultimo giorno di sole africano e mi incaponii per rosolarmi al meglio, nell’angolo più sperso della spiaggia del resort: all’ora di pranzo, invece di andare al ristorante, mangiai un panino al bar e tornai subito in spiaggia, a leggere e fare qualche bracciata nella laguna. Avevo quasi finito il mio libro -il secondo, da quando ero partito- quando una bava d’aria gelida mi distolse dalla lettura: un’occhiata all’orologio mi informò che erano da poco passate le cinque ed il sole, basso sull’orizzonte, mi fece dichiarare, a mezza voce: “Ok: fine vacanza!” Mi rivestii, raccolsi le mie carabattole, gettai un’ultima occhiata alla spiaggia e mi incamminai; presi l’ultimo caffè e poi andai in camera, per farmi una doccia, vestirmi per il viaggio e chiudere i bagagli. Ripassai mentalmente la tabella-di-marcia per quella sera: lasciare la valigia fuori dalla camera entro le 19, ...
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