La fonte del desiderio
Data: 26/03/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... gelosamente quel pezzo di carta e quasi preservandone l’importanza salvo il numero nel cellulare sotto il nome di ‘Massaggi’. Mi risponde un uomo dalla voce gentile, che mi chiede se sono consapevole dei benefici che un massaggio può dare. Io gli rispondo di sì, che mi sono documentata, che ho afferrato e compreso quanto sia diverso e straordinario dagli altri massaggi:
‘Allora va bene, può venire’ – mi risponde.
L’addetto mi fissa appuntamento per due giorni dopo avvisandomi che è opportuno telefonargli quando arrivo, perché il luogo in cui incontra i suoi clienti è una piccola mansarda senza citofono. Il giorno prestabilito io arrivo con un leggero anticipo sull’orario concordato e lo chiamo: non so perché, però c’è una curiosità e un leggero senso d’inquietudine e di trepidazione. Aspetto davanti al massiccio portone d’un palazzo di cinque piani, austero e importante, come molti altri nella mia città e penso che quel palazzo non m’assomigli neanche un po’, in quanto mi mette in inferiorità e provo una specie di soggezione. Calcolo mentalmente i tempi di discesa e vedo il portone aprirsi: lui ha circa la mia età, forse un po’ più giovane, il fisico asciutto d’una persona che si tiene in forma e con lo sguardo profondo. Per prima cosa vedo i suoi capelli lisci e un po’ brizzolati, mi piacciono e istintivamente avrei voglia di pettinarli con le mie dita, lentamente, partendo dall’attaccatura delle orecchie fino alla nuca. E’ un lampo, mentre mi fa ...
... cenno di seguirlo verso la mansarda. Dopo un breve percorso in ascensore saliamo una ripida rampa di scale, dopo c’è un lungo corridoio su cui s’affacciano tre porte con la luce proveniente da un grande lucernario, lui ne apre una e m’invita a entrare. Quello che adesso noto sono le sue mani, affusolate, abituate a percorrere e scandagliare i corpi, così densi e così talmente ricchi di storie.
‘Prego, venga, s’accomodi pure’.
Io non lo sapevo ancora, ma dietro quella porta stava per aprirsi un altro mondo per me, quello che avevo sempre desiderato, osservato e mai sperimentato. La mansarda era piccola ma molto accogliente con un tepore avvolgente: il tetto spiovente con le piccole finestre da cui filtrava attraverso tende colorate una luce soffusa, un letto matrimoniale non distante dalla porta d’ingresso, un materassino a terra posato su d’un tappeto e le candele profumate sparse un po’ ovunque, un Buddha e altri oggetti che trasmettevano messaggi di sensuale spiritualità. Una clessidra, che sembrava ammiccare a un tempo misurabile però infinito al tempo stesso, alle pareti appesi drappi e arazzi che sembravano fossero stati tessuti per stare proprio lì e non in un altro posto. Agganciato a una parete anche un grande specchio, pronto a rimandare le immagini di benessere e di prosperità, infine per completare il tutto una musica dallo stile new-age evocativa, promettente e rilassante. Immaginando di dovermi spogliare davanti ad uno sconosciuto, avevo indossato un ...