Io e Giovanni, parte terza
Data: 23/03/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti
Io e Giovanni: parte terza
Ogni volta che andavo al lavoro presto, al mattino, Giovanni aveva preso l’abitudine di venirmi a prendere a casa per portarmi al lavoro e poter cosi riaccompagnarmi alla fine. Trascorrevamo poi il pomeriggio a tirare con la carabina o a giocare a tennis. Cercava di apprendere quel gioco che gli piaceva tanto, ma per il quale secondo me era negato visti i deludenti risultati. Molto tempo poi lo dedicavamo a redigere e stampare curricoli per la sua ricerca di un lavoro, ma avrebbe dovuto sviluppare una maggiore sicurezza nel presentarsi perché avevo la sensazione che il datore di lavoro o il responsabile del personale fossero trattenuti dal suo aspetto da adolescente.
Lui ci stava male e spesso intervenivo a difendere la sua posizione per confortarlo, ma mi rendevo conto che avrei dovuto affrontare l’argomento onestamente per aumentare la sua autoefficacia. Così un pomeriggio che si era particolarmente abbattuto, gli ricordai che non tutti lo vedono maturo e attraente come lo vedo io, e che avrebbe dovuto darsi parecchio da fare per rendere evidente a chi non lo conoscesse intimamente come in realtà egli fosse. Fece lo sguardo interrogativo e mi chiese se credevo veramente nelle sue possibilità. Tornò a parlarmi delle sue difficoltà con le ragazze che secondo lui guardavano solo me. E via così con una serie di congetture, continuava a mettersi in cattiva luce arrivando a mettere in dubbio la sincerità con cui io stimavo le sue ...
... possibilità.
Lo lasciai dire e per quella sera tornai a casa deluso e stanco senza trovare la forza di controbattere il cinismo che Giovanni stava mettendo in campo. Ci salutammo ed il giorno dopo venne a prendermi a muso duro per portarmi al lavoro. Non pronunciammo che poche parole e quando tornammo a mezzogiorno andammo a mangiare a casa sua. Sua madre ci vide taciturni e ce lo fece notare, ovviamente non ottenne risposta e ci lasciò soli. Dopo pranzo ai campi da tennis per un paio d’ore, non pronunciammo che poche parole. Negli spogliatoi e sotto la doccia il silenzio era quasi imbarazzante ma non volevo essere sempre quello che toglie le castagne dal fuoco.
Arrivammo a casa mia che si stava facendo buio, mentre sistemavo la mia borsa del tennis, Giovanni si posizionò nello studio ed accese il portatile. Quando lo raggiunsi stava guardando un fil porno con una coppia di biondissime che si leccavano e coccolavano, mentre uno stallone moro si masturbava strizzandosi i capezzoli guardandole. Sollevò il PC chiedendomi se fossi d’accordo per un riposino sul lettone. Acconsentii quasi stupito che dopo tanto silenzio le cose si mettessero in quel modo, ma non ne feci parola. Steso sul letto si liberò dei pantaloni della tuta e ben presto lo slippino saltellava sotto le spinte del cazzone. Prima di toccarsi mi invitò a mettermi a nudo, cosa che feci volentieri, ben felice della piega che stavano prendendo gli eventi.
Il mio cazzone era già pronto e disponibile, Giovanni si liberò ...