1. Vacanza a tenerife 2º parte


    Data: 17/03/2019, Categorie: Etero Autore: Liliana1980, Fonte: Annunci69

    ... felicità?
    
    Venni, rivenni, oramai ero una colata di miele, urlavo, mugolavo, gemevo, rantolavo, ero in preda ad una estasi mai provata.
    
    Il cavaliere sempre ben saldo in sella, continuava l’implacabile cavalcata, l’asta inesorabilmente continuava il suo andare e venire, dentro la oramai incandescente vagina.
    
    Urlai il mio ultimo orgasmo, sentii il ritmo farsi più veloce.
    
    Tolse il pene, mi alzai per protestare con le poche forze che avevo.
    
    Me lo trovai davanti alla faccia all’altezza della bocca, con la cappella umida dei miei umori.
    
    Lo appoggiò alle labbra, una leggera pressione..
    
    “apri amore e succhia il tuo desiderio”.
    
    L’aprii, entrò con tutta la sua potenza, come se non avesse appena cavalcato nel tunnel dell’amore.
    
    Succhiai bramosa, golosa, avida, con una mano accarezzavo i testicoli, con l’altra il peloso deretano.
    
    Dio mio non mi riconoscevo, non volevo ingoiare lo sperma, non con uno sconosciuto, ma in quel momento ogni barriera stava per cadere, lo volevo e non mi interessava altro.
    
    Tirai verso di me, succhiavo, succhiavo, la bocca era diventata una pompa.
    
    Ma il guerriero resisteva, non voleva alleviare la mia sete.
    
    Cominciai ad accarezzare l’ano, vi introdussi il medio, lo rigirai al suo interno, iniziai a pomparlo dentro e fuori trasformando il dito in un piccolo pene.
    
    Il guerriero non resistette, sentii gli spasmi arrivare attraverso il canale seminale, prigioniero delle labbra, i coglioni gonfiarsi, il vulcano preparava ...
    ... la sua apoteosi.
    
    Ma all’ultimo istante, lo feci uscire dalla bocca, un fiume di lava si riversò per terra, un grido soffocato.
    
    “no che fai?”
    
    Lo capivo, ma era piè forte di me, non c’è la facevo, ancora oggi la mia gola è ancora vergine per quanto riguarda l’ingoio, chissà se troverò mai il coraggio per abbattere quell’ultima barriera.
    
    Ultimi spasmi, non mi mossi, non lo lasciai, lo tenni strettamente in mano, volevo sentirlo ammosciarsi in modo naturale, fisiologico.
    
    La battaglia deve essere stata dura anche per lui, di lì a poco cominciò ad afflosciarsi, lo rimisi in bocca e succhiai ancora un po’ quel meraviglioso strumento, desideravo prolungare un po' la sua resa totale e definitiva.
    
    Lo lascia andare, il posto venne preso da una calda lingua, rovistava la bocca in cerca del suo sapore, lecco con cura, succhiò ancora una volta i capezzoli, scese verso il basso a leccare la bollente ostrica.
    
    Fece un’accurata pulizia togliendo tutto il miele.
    
    L’estasi era totale, non ero sulla terra ma nel paradiso terrestre.
    
    Si alzò, allungo una mano per aiutarmi ad alzarmi.
    
    Prese nuovamente le coppe, riempiendole fino all’orlo.
    
    “all’amore e al sesso, mia regina”
    
    Bevemmo occhi negli occhi persi in un mare d’estasi.
    
    Un’estasi dalla quale venni malamente portata alla realtà dalla sua frase.
    
    “ora rivestiti e vai”.
    
    Perché disse quelle 4 parole?
    
    Forse per non aver ingoiato il suo sperma?
    
    Aveva appena pronunciato una frase che mi aveva ferito ...