1. Linda la nerd – Capitolo 8


    Data: 08/03/2019, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... nell’abitacolo per aprirle la porta. – Come stai, bimba? – le chiese quando lei salì dopo aver appoggiato lo zaino sul sedile posteriore. Le apparve triste quando lo abbracciò con trasporto e disse: – Adesso bene, Tommy.
    
    – Vuoi fermarti da qualche parte, Linda? – domandò, quando la macchina riprese a marciare e gli edifici fuori dai finestrini iniziarono a sfrecciare sempre più velocemente.
    
    La ragazza appoggiò la mano su quella di lui quando afferrò il pomello della leva del cambio. Tommaso le lanciò un’occhiata. – No, – rispose dopo qualche istante, – andiamo a casa mia, per favore. – Poi appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo. – Ti amo, Tommy. – disse, e non pronunciò un’altra parola fin quando la Punto non si fermò accanto al parcheggio che aveva occupato un paio di giorni prima.
    
    La ragazza sembrò prendere di nuovo vita, abbandonando la malinconia che aveva caratterizzato il suo stato d’animo durante il viaggio. Tommaso temette che la giornata a scuola l’avesse buttata a terra al punto tale da non voler fare l’amore, come avevano deciso, ma quando la vide prendere dal sedile posteriore il suo zaino e scalpitare per salire in casa sua comprese che sembrava aver ritrovato il buonumore. Non aspettò nemmeno che lui chiudesse a chiave la macchina ma corse oltre le porte dell’ingresso del condominio, fermandosi davanti all’ascensore.
    
    Tommaso se la prese con più calma, non volendo fare credere, o più esattamente intuire, quanto fosse anche lui impaziente di averla ...
    ... nuda tra le sue braccia, senza alcuno attorno a loro che gli impedisse di amarla come voleva lui. La raggiunse camminando tranquillamente, leggendo nel suo sguardo una profonda impazienza: Linda lo fissava, come se potesse accelerare il suo passo con la bellezza dei suoi occhi chiari, continuando a premere con una mano il tasto di chiamata dell’ascensore.
    
    Lui le si accostò, sorridendole, come se quanto stavano per fare fosse una cosa sì piacevole, ma che lui trovava più che ordinaria, sebbene, in cuor suo, avrebbe voluto spingerla contro la parete e possederla, o almeno baciarla fino a farle tremare le gambe e bagnare il tessuto dei suoi pantaloni dall’eccitazione e dal desiderio.
    
    – Sei certa che non c’è nessuno a casa tua? – le chiese, guardando annoiato i due battenti di metallo che stavano cominciando ad aprirsi in quel momento.
    
    – Non c’è mai nessuno il venerdì. – l’assicurò lei, nonostante fosse la più agitata della coppia. – I miei sono sempre entrambi al ristorante per preparare il necessario per i clienti che arriveranno questa sera.
    
    – E non ci saranno problemi con i vicini? – continuò lui, sebbene gl’importasse poco dei dirimpettai e delle loro opinioni. Non aveva mai vissuto in un condominio ma, da quello che si diceva in giro, sembrava che chi abitava in un appartamento non sapesse riconoscere nessuno di chi occupava quelli accanto. Al limite, se intervistati dopo un fatto di sangue, la risposta standard riguardo all’assassino era che “salutava sempre”. ...
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