1. Weekend di passione - Pt 2


    Data: 24/02/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Numeroprimo encore, Fonte: EroticiRacconti

    ... male e si divertiva a farlo. Non mi mossi, ma gli occhi si riempirono di lacrime e mi seccó la bocca. Paola fece una pausa e si avvicinò, puntandomi il manico della frusta in mezzo alle natiche. Tutta la
    
    schiena ed il culo bruciavano come non mi era mai capitato.
    
    - ora ti allegherò per girarti. Ti hanno detto che gli schiavi ribelli fanno un giro lí sopra? Non è piacevole, per cui rimani ferma e girati soltanto.
    
    Assentii con la testa
    
    - si, va bene.
    
    Paola mi staccò e riaattaccó i polsi all'anella
    
    - mi sarei accontentata di un "signora", ma nemmeno quello evidentemente ti sembra dovuto. Pazienza, imparerai.
    
    La fissai con aria di sfida, nonostante le lacrime, ed il dolore alla schiena aumentó per il contatto con il palo.
    
    Le frustate erano peggiori perché le vedevo anche arrivare. Paola era una macchina, la vedevo colpirmi con metodo e senza sforzo apparente ma con la stessa forza dei colpi peggiori di Stefano. Alla fine del suo lavoro ero un pozzo di sangue, lacrime e dolore. Si avvicinò nuovamente, e questa volta il manico si forzó per alcuni millimetri fra la mie cosce. Mi sollevai sulle caviglie per sfuggire alla penetrazione, ma Paola mi fermó strizzandomi un capezzolo e tirandomi verso il basso.
    
    - non hai tette cara, ma questi qui li hai anche tu. Ora chiamami con qualsiasi nome che non sia signora o padrona e riprendo con la frusta.
    
    - no signora - dovetti forzarmi per non usare altri epiteti, ...
    ... ma la sopravvivenza ebbe il sopravvento.
    
    - così va meglio. Ora ti staccherò da qui, tu ti metterai a quattro zampe e poi andremo alla casa senza ribellioni o colpi di testa. Chiaro?
    
    Assentii di nuovo. Sarebbe stato peggio che all'andata, in cui almeno ero in piedi.
    
    Scesi a terra appena libera e seguii Paola docilmente, senza guardare da nessuna parte. La parte peggiore fu il vialetto ghiaioso, e gli occhi delle persone di cui vidi solo i piedi, nudi o calzati che fossero.
    
    - eccotela di nuovo
    
    Una volta entrati, riconobbi le calzature di "signora"
    
    - andrà un po' meglio?
    
    - sai che sono convincente
    
    Risero. Di me
    
    - ora andiamo di sotto. Alzati, e mani dietro la schiena.
    
    Feci come ordinato e fui riammanettata come all'inizio. Il salone era ipertecnologico, all'interno vari salottini, una specie di bar e una scrivania che forse funzionava da concierge. Ovunque c'erano attrezzi, ganci o anelli a cui schiavi e schiave potevano essere assicurati se non li si voleva accudire. Una era in quel momento legata ad una colonnina di acciaio. Quella che piangeva all'arrivo. Una donna un po' avanti con gli anni percorse lo spazio che la divideva dalla scrivania seguita da una giovane coppia di prigionieri con cui scambiai una fugace occhiata . Sembravano gemelli, e scoprii che in realtà lo erano.
    
    Senza avvisi la signora mi strattonó incamminandosi verso un ascensore. Premette un pulsante ed iniziammo a scendere 
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