Non ti sopporto più
Data: 27/02/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... totalmente offerta alle tue mani sapienti e al tuo cazzo appassionato. All’inizio non c’era né c’è stato in seguito, un pezzo di me che non t’abbia spalancato: le cosce, la mia pelosissima fica e la mia bocca, tu m’hai succhiato, io ho sennonché ricambiato, grata, piena e serenamente appagata dentro e fuori da me.
Al momento io rientro in casa e m’accorgo che è quasi ora di cena, gli alimenti che trovo in frigorifero mi suggeriscono di preparare una cena per me e per mio figlio, perché tu non ci sei, in quanto tornerai tardi e non ti lascerò niente, perché tu non hai giammai fame, onestamente più di nulla. L’assenza di qualsiasi emozione vitale mi fa immaginare come l’ammalato cui staccare la spina, ti farei però un favore, perché saresti libero di pensare soltanto a te stesso. A questo penso durante la cena allegra: mio figlio riesce sempre a farmi ridere di tutto e in lui ritrovo la parte migliore e più buona di te, scampato pericolo almeno per ora, speriamo che non si rovini danneggiandosi nel crescere. Le immagini della televisione si replicano nella mente, mentre guardo quasi assopita sul nostro letto un thriller che ti cattura dentro, al presente mi rendo conto che mi sto infiltrando nella mente dell’assassino e la vicenda m’afferra, anche se penso sia strano come l’adrenalina mi faccia addormentare anziché rendermi vigile:
‘Lo rivedrò un ...
... altro giorno, adesso ho però sonno’ – penso, mentre la pace rapidamente m’acciuffa trascinandomi via.
Io non ti sento rientrare né m’accorgo che accendi la luce, che togli via il gatto comodamente infilato per l’occasione sotto le coperte, che vai in bagno, che mi sfili il telecomando dalle mani, ma avverto soltanto un senso di calore intenso lungo la schiena, fino a raggiungere l’incavo delle ginocchia giù fino a raggiungere i piedi. Questo sì, perché questo gesto mi rapisce dal sonno anche se per poche frazioni di tempo. Tu non mi entri dentro, non infili il tuo cazzo nella mia pelosissima fica, eppure quello che avverto è il mio senso d’appartenenza nei tuoi confronti, una splendida e sublime percezione di due persone che vivono in simbiosi, oltre ogni disaccordo, incomprensione e ogni tradimento.
In conclusione, ripensandoci bene, questa è una vicenda che probabilmente accomuna associando in maniera netta milioni d’individui, perché in fondo in fondo esaminando e guardando la questione da tantissime sfumature e da differenti sfaccettature non ci sono danneggiati, deturpati né vittime, ma soltanto complici inespressi, conniventi nascosti e per di più silenziosi della propria vita, nella quale entrambi si vivono dentro e fuori l’uno dall’altro, perché in questo modo io ti percepisco e ti sento attualmente, fuori e dentro di me.
{Idraulico anno 1999}