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La vita vissuta in un attimo, in equilibrio sulla
Data: 05/02/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Hardcore, Sesso di Gruppo Autore: antonio_rosita, Fonte: xHamster
... tolse quasi completamente e poi lo sbattè di nuovo dentro, stava veramente inculando Daniele e Daniele ne amava ogni minuto. Si lamentava ed inarcava la schiena sotto di lui e spingeva le anche verso Chris ogni volta che Chris spingeva di nuovo il suo dentro di lui . Daniele sentiva il cazzo profondamente dentro di se carezzare le sue parti più sensibili e voleva che quel ragazzo sopra di lui non smettesse mai di spingere, le sue mani erano incastrate nelle natiche del ragazzo sopra di lui tentando di tirare il pene più profondamente dentro di se. Per essere la prima volta Chris stava facendo un grande lavoro e stava durando molto più di quanto Daniele pensava fosse possibile, poi sentì il corpo del ragazzo tendersi e le spinte divennero più veloci. Chris stava pompando il più forte possibile e con un forte gemito cominciò a venire nel culo stretto. Daniele sentì il cazzo sbattere dentro di lui e poi pulsare ed ingrossarsi, allo stesso tempo sentì il caldo liquido versarsi nei suoi intestini, lo sentì colpire il suo interno, ancora ed ancora. Ora Chris stava immergendosi come non aveva mai sperimentato prima e sembrò che sborrasse per sempre; Daniele sentì il suo cazzo pulsare e senza che fosse toccato spruzzò lo sperma caldo tra il suo stomaco e quello del ragazzo che non aveva ancora smesso di spingere ed eiaculare dentro di lui. Dopo altre sette spinte Chris si esaurì e si sdraiò sul corpo bagnato, gustandone l’odore ed il tatto. L'odore di pulito del ragazzo ...
... sotto lui, la sensazione di bagnato dell'acqua e dello sperma di Daniele che lo rendevano più scivoloso, il suo cazzo lentamente si ammorbidì sempre seppellito nel culo dell'amico di suo fratello che lui veramente adorava. Rimasero sdraiati per un po’, il ritmo del loro respiro al ritmo di quello dell’altro. L’uccello di Chris scivolò fuori dal buco d’amore scivoloso con un piccolo tonfo ed i ragazzi si baciarono dolcemente, felici uno nelle braccia dell’altro. la mia amica Marisa La storia con Marisa mi coinvolse per puro caso e mi venne offerta, su un piatto d’argento, da lei stessa. Lontano da ogni pensiero, mai avrei potuto preventivare, un giorno, di farmi “la Marisa”,come veniva chiamata nel nostro gruppo oratoriale di coetanei. Si può dire che la conoscessi da sempre; parecchio più anziana di me, piccola di statura (il suo soprannome era “rasoterra”), ma ben proporzionata con tutte le sue cose al posto giusto, non dava a noi ragazzi molta confidenza, ma del resto quando si hanno quindici anni, i dieci /dodici anni in più di differenza,si avvertono parecchio (noi eravamo ragazzotti alle prime seghe, mentre lei, già signorina, aveva sicuramente accolto nel suo “nido” più di qualche uccello compiacente), per cui per noi “la Marisa” divenne un po’ l’oggetto del desiderio, il mito inavvicinabile; anche il solo suo rivolgerci la parola, per non dire un sorriso di circostanza, o darci il minimo di confidenza, voleva dire per noi essere dei privilegiati. Quel suo ...