Angelo È da quarant’anni la mia metÀ ed io la sua ed insieme siamo una sola entitÀ
Data: 31/01/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: RedTales, Fonte: Annunci69
... punto gli chiesi di nuovo: “ma cos’è successo?”
Mi guardò e sussurrò: “è venuto anche mio cugino con il suo amico.”
Non capii e lui se ne rese conto e mi raccontò tutto dall’inizio.
Durante l’inverno suo cugino, un ragazzo di una trentina d’anni, lo costrinse ad avere dei rapporti sessuali e, ad un certo punto portò anche un suo amico.
“Sai come vanno queste cose. Lui era tanto più grande di me e mi ha fatto fare tutto quello che voleva. Tutto, proprio tutto. E poi ho dovuto farlo anche con un suo amico. Hanno continuato fin quando sono venuto qui. Mi aspetta fuori da scuola e andavamo da lui o veniva semplicemente a prendermi a casa: baciava mia mamma e si inventava una scusa per portarmi a fare sesso. E se provavo a dire di no era mamma stessa ad insistere che uscissi. All’inizio mi faceva solo male e provavo tanto schifo ma poi, col tempo, mi sono abituato ed è cominciato anche a piacermi. Prima è venuto qui, lo ha chiamato il suo amico che è uno del gruppo. Non immagini neanche come mi sono sentito quando sono arrivato e lo visto. Pensa che ha voluto fare sesso subito, nella sua macchina. E poi ha anche detto a qualcuno che… che mi potevano scopare. Perché sono una puttana.”
Restai ammutolito trovando la cosa più grande, assai più grande di me, di noi e non trovai parole per consolarlo o fargli coraggio. Riuscii a dire solo: “ma allora l’altra sera Paolo e Maurizio...”
“Si, mi hanno portato vicino alla pineta e mi hanno scopato. Lo avevano già fatto ...
... il giorno prima assieme all’amico di mio cugino. Che situazione di merda! Ma la cosa che mi fa ancora più male è che… che mi piace quello che mi fanno. Non so come dirtelo ma mi fanno godere. Quando mi mettono i cazzi davanti alla bocca non resisto e… e devo fare...”
In quel momento, quasi scioccato, mi accorsi che le nostre mani erano intrecciate e si stringevano. Durante il racconto ci eravamo cercati e presi ed eravamo restati così. Credo che lo notò anche lui perché entrambi abbassammo il capo guardando come eravamo vicini. A quel punto lui appoggiò la testa sul mio petto e, istintivamente, lo accarezzai.
Poco dopo ci abbracciammo e iniziammo a baciarci, dolcemente, con delicatezza e assaporando la fragranza della nostra saliva. Durò tantissimo e, almeno per me, sparì tutto quello che c’era intorno: il tempo, il rumore della risacca, la sabbia, ogni pensiero.
Facemmo l’alba e vedendo sorgere il sole ci sentimmo uniti, un solo essere. Lo so, può suonare falso e melenso, ma è quello che è accaduto. Quelle mani unite che si erano unite senza che ce ne accorgessimo restarono strette tutta la notte per separarsi, solo momentaneamente, mentre ci alzammo. Poi ritornarono a cercarsi e si ripresero e, felici, veleggiammo come sollevati, sospesi a mezz’aria verso casa.
Non ci arrivammo perché ci incrociarono prima sua madre e mio padre che, insieme, stavano girando all’impazzata da alcune ore per trovarci. Avevano saputo che eravamo stati con gli altri in spiaggia e la ...