1. LA CHAT – Episodio 2


    Data: 29/01/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: AlphaMaster1964, Fonte: RaccontiMilu

    ... aver fatto la foto ed averla mandata”
    
    Tolsi di scatto la mano dagli slip. CAZZO! Come aveva fatto? Mi vedeva? Aveva acceso in qualche modo la webcam? No, porca puttana, non era neanche attaccata. La finestra aveva la tapparella giù, quindi non mi stava spiando. Quello stronzo semplicemente aveva capito con una chat e poche domande più di quanto avessi capito di me io stessa.
    
    Non sarei stata al gioco, no. Avevo caldo, avevo voglia di toccarmi. Gli slip rosa quasi da bambina erano zuppi. “Va bene, voglio vedere dove vuoi arrivare” cercai di giustificarmi mentendo a me stessa. In realtà non vedevo l’ora di fare quella foto. Anonima, senza faccia, ed avrei usato come sfondo un muro bianco, quindi del tutto sicura, nessuno avrebbe potuto collegare la troia eccitata nella foto a me. Feci il foglio, e mi feci la foto. Avevo le mutandine zuppe, e nella foto si vedeva, ma non mi importava. Mi vergognavo, volevo morire, mi sentivo puttana, ed ero eccitatissima. Mandai la foto, e poi partii con la mia agognata masturbazione. Mi tolsi gli slip, e mi toccai. Ogni minimo contatto era una scossa elettrica a diecimila volt. Nonostante le sensazioni fossero le più forti mai provate volevo di più. Da toccarmi il clitoride passai ad infilarmi un dito dentro, poi due, poi tre. Esplosi in un orgasmo devastante, pensando alla troia della foto. Vergognandomi come una ladra, sentendomi umiliata dal fatto che mi fosse piaciuto così tanto.
    
    Quando tornai in me guardai lo schermo del PC. Era ...
    ... arrivata una nuova risposta dal Master. Laconica. “Vieni in chat. Ora.” Mi collegai al sito, rimisi “Annoianna” come nick, e lui era li. Mi contattò subito. “Ti sei masturbata dopo la foto?”. Gli dissi di si, e gli chiesi come faceva a saperlo. Mi rispose semplicemente che lui conosceva bene il tipo di donna che ero, e questo per qualche motivo moltiplicò la mia vergogna. Ero davvero “quel” tipo di donna?
    
    Mi scrisse che mi accettava come sottomessa, e volle sapere come mi sentivo mentre facevo la foto, e come mi ero sentita fisicamente e mentalmente mentre mi masturbavo dopo. Glielo dissi, fui sincera. Non nascosi il mio imbarazzo e la mia vergogna, ma neanche la mia lussuria. Lui mi chiese quanto erano bagnate le mie mutandine. Non “se” erano bagnate, ma “quanto”. Gli risposi che erano inzuppate, e lui mi disse di toglierle e stare senza. Di nuovo… qualcosa che non mi aspettavo. La vergogna mi strozzava il fiato, ma la figa mi pulsava, quasi dolorosamente, e mi continuava ad inondare. Io cominciai a chiedermi se ero pazza mentre quasi in preda alla febbre per la vergogna mi alzavo e le toglievo. Forse ero anormale… una sorta di pervertita? O forse ero solo una troia che finalmente riconosceva di esserlo? Non lo sapevo, ma mi sentivo nuda molto più che se ci fossero stati occhi a vedermi. Gli confermai di essere nuda dalla vita in giù, e lui ricominciò con le sue domande. Mi chiese se progettavo di uscire, quella mattina e io confermai perché in effetti dovevo andare al ...