1. Il mio salumiere in una mattina di un gelido inverno


    Data: 09/01/2019, Categorie: Trans Autore: passivocaserta, Fonte: Annunci69

    ... senza voler mentire, ma senza nemmeno spiattellare la mia identità al primo sconosciuto o conosciuto da poco, gli risposi che non amavo definirmi, né darmi etichette. Insomma utilizzai la classica frase da criptocheccha, frase che non significa un cazzo se non che si sta trascorrendo l’intera vita nascondendosi da quello che si è realmente.
    
    Ed io, avendo risposto alla sua domanda, gli chiesi a mia volta se lui avesse mai avuto un rapporto omosex.
    
    Mi rispose che il maschio in sé non lo aveva mai attirato ma che da tempo aveva preso un posto fisso nella sua mente il desiderio di scopare un travestito.
    
    A queste parole, quasi mi andò di traverso il bicchierino di vodka che stavo bevendo.
    
    Facendo finta di nulla, dissi che avevo un amico che amava travestirsi e che se voleva potevo presentarglielo. Figurarsi se avrei mai lasciato quel manzo in altre mani.
    
    Volle sapere di questo mio amico, come era fisicamente, cosa amava indossare da travestito, quello che gli piaceva fare sessualmente.
    
    Mentre gli parlavo di questo mio amico immaginario, intravidi in lui lo stesso sorrisetto ironico che avevo scorso al nostro primo incontro.
    
    Senza peli sulla lingua e freddandomi, mi disse che aveva capito che l’amico di cui parlavo altri non era che la mia persona e che non dovevo avere alcun timore di lui perché il nostro rapporto doveva essere basato sulla fiducia.
    
    Avvampando come un tizzone su un fuoco ardente, gli confessai che aveva ragione e che ero io quello che, di ...
    ... nascosto, amava travestirsi.
    
    Mi disse che quella sera aveva voglia di divertirsi un po’ e che quindi aveva voglia di vedermi in una mise con la quale mai sarei andato a fare la spesa in salumeria.
    
    Prima di andare a rinchiudere me, Andrea, nella mia stanza da letto dalla quale sarebbe uscita Desideria, andai in cucina a prendere dal frigo un’altra bottiglia di liquore che gli servii in salotto.
    
    Ero agitata, mi dovevo travestire al meglio, come sapevo fare con passione, gusto ed eleganza.
    
    Misi sottosopra il mio armadio, tirando fuori la mia lingerie in pizzo nero, i miei tacchi a spillo, la mia parrucca nera liscia. In mezzora ero vestita e truccata.
    
    Tornai in salotto dove andai a risedermi di fronte a lui. Lui mi guardava con stupore, con una luce negli occhi che non gli avevo scorto prima.
    
    Mi chiese di accomodarmi accanto a lui. Senza alcuna reticenza, appena mi fui accomodata, mi passò le sue dita sulle labbra.
    
    Ero tutta un fremito, mi prese la mano e la strinse nella sua, iniziò a carezzarmi le gambe mentre la mia mano gli carezzava il viso e la sua barba araba.
    
    Vedevo che la sua patta era diventata enorme e morivo dalla voglia di sentire tra le mani la forma del suo cazzo. Volevo avere conferma delle dimensioni e della forma che avevo immaginato.Lui si sfilò i pantaloni rimase in slip.
    
    Mi girò la faccia verso di lui e iniziò a baciarmi mentre la mia mano perlustrava in tutta la sua lunghezza il suo cazzo.
    
    Con una voracità che solo i salumieri ...