1. Il mio salumiere in una mattina di un gelido inverno


    Data: 09/01/2019, Categorie: Trans Autore: passivocaserta, Fonte: Annunci69

    ... girovagando per l’appartamento in accappatoio.
    
    Andai ad aprire la porta pensando di trovarmi davanti, come al solito, l’incolore figlia del titolare e invece… e invece a recapitarmi la spesa trovai quella bomba sexy del garzone.
    
    Lo invitai ad entrare e gli offrii un caffè. Contrariamente a quanto pensassi, accettò e si accomodò sedendosi al tavolo della cucina. Mi disse che era uno studente ventiduenne universitario fuori sede e che per sopperire ai costi della sua condizione di fuori sede aveva accettato questo lavoro part time, per un breve periodo di tempo, che avrebbe svolto solo la mattina perché nella restante parte del tempo avrebbe dovuto studiare.
    
    Notavo che ogni tanto si guardava attorno nel mio appartamento con aria curiosa e a volte scorgevo dai suoi occhioni un sorriso malizioso.
    
    Dopo la breve chiacchierata, che aveva fatto cadere quel velo di freddezza tra noi, gli dissi che per qualsiasi esigenza o problema avrebbe potuto fare riferimento a me. Gli lasciai il mio numero di cellulare e ci salutammo.
    
    Dopo quello scossone emotivo era giunto il momento di iniziare finalmente a lavorare in una giornata cominciata alla chetichella ma che dopo appena due ore mi aveva già mandato in tilt ogni ormone del mio corpo.
    
    Per alcuni giorni non tornai più alla salumeria, né tantomeno lui si fece sentire. Per pudore e per non metterlo in imbarazzo non gli avevo chiesto il suo numero, solo lui conosceva il mio. In sostanza ero schiavo della sua volontà di ...
    ... contattarmi o lasciare che la cosa morisse così, nel nulla.
    
    Una sera che ero tornato stanco morto dal lavoro, mentre stavo rassettando la cucina dopo aver cenato, sentii bussare alla porta.
    
    Dallo spioncino, con grande sorpresa vidi che era lui. Aprii la porta e nel fingere sorpresa nel rivederlo lo accolsi in casa.
    
    Mi disse che siccome non aveva programmato nessuna uscita per quella sera e non aveva più voglia per quella giornata di studiare, aveva deciso di fare un salto da me per bere qualcosa assieme.
    
    Lo feci accomodare sul divano del salone e mentre la televisione passava le immagini di un film degli anni ’80, andai in cucina per preparare qualche stuzzichino e qualcosa da bere.
    
    Quando arrivai in salone, lo trovai rilassato che guardava la tv. Mi accomodai di fronte a lui e mentre parlavamo, notai che ogni tanto appoggiava la mano sulla sua patta. Fosse successo una volta o due, potevano chiamarsi coincidenze, ma la mia esperienza da persona navigata mi fece capire innanzitutto che aveva capito di me, e vabbene ma per questo non occorreva la zingara, e poi soprattutto che se avessi saputo prenderlo per il verso giusto, lui ci sarebbe stato e, laddove in quel momento sostava la sua mano, avrebbe potuto tranquillamente sostare la mia bocca. Ma quale era il verso giusto per “prenderlo”?
    
    Cominciammo a bere, e tra una chiacchiera e l’altra, la bottiglia di vodka che era piena per i suoi tre quarti, si era quasi svuotata.
    
    Mi chiese a bruciapelo se fossi gay ed io ...