Intimità 5
Data: 08/01/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu
... che le faceva strabuzzare gli occhi dal piacere.
Si contrasse e distese mille e mille volte, godendo del tocco delicato e profondo delle dita del partner che la penetravano. Sentì che non ce l’avrebbe fatta più a trattenersi, quando lui infilò la lingua nella fessura gonfia e arrossata dallo sfregamento. Fu l’attimo fatale. Eruppe e zampillò come una fontana, mentre il clitoride indurito si tendeva, fuoriuscendo dall’apice della vulva. Lei ne fu sorpresa, prima, poi atterrita. Quei getti provenivano dalle sue viscere e non le aveva mai viste. Mai nulla era uscito da lì dentro.
Ebbe la sensazione che si fosse liberata di qualcosa che l’aveva oppressa da sempre. Cazzo! È bello sborrare. Il liquido colloso intanto cementava l’amante al suo corpo. E lui, impigliato in quella fantastica rete che l’avvolgeva, si beava, tanto che volle provare a berne, mentre i flussi si ripetevano come una vera, lunga eiaculazione. Poi stampò la sua bocca su quella di lei, fradicia com’era del liquido dorato che non sapeva di piscio, bensì aveva il sapore di nettare e l’odore della fichetta che aveva leccato un attimo prima e che si affrettava, ora, a condividere con la compagna.
La sollevò di peso, mentre il cazzo indurito lo precedeva, ballonzolando, in cerca dell’ingresso che, nella foga, stentava a trovare. La poggiò brutalmente sul letto e la penetrò. Le schiaffò l’attrezzo, imbizzarrito dal piacere a cui anelava, nella fessura che si dilatava, pronta a partecipare al festino. Nanà lo ...
... attirò contro la vulva, artigliandosi con le unghie alla carne viva dei glutei del suo audace esploratore. Spinse tanto il povero Giangi che, così innestato, gli parve di giungere in Paradiso.
Poi, si dettero al galoppo. Di solito si vede chi cavalca e chi è cavalcato, ma in quel caso la foga era di entrambi e entrambi scudisciavano l’altro per indurlo a dare il meglio di sé. Le gambe alzate di lei che, da supina, si dilatava al massimo anche con le dita delle due mani per agevolare la penetrazione profonda. Sbuffando e soffiando, lei prese l’iniziativa, com’era abituata, e passò su di lui, in posizione eretta. Lo sovrastava con tutta irruenza. Nanà si infilò a candela su di lui, in cercava di soddisfare la sua smodata libidine, donandosi all’amante e centuplicando gli appetiti di lui. Sessi e di carni si arroventarono alla “braceria della passione”.
Erano due ossessi. Le carni sfrigolavano quasi, generando difficoltà al libero scorrimento dei corpi che solo l’abbondante sudore riusciva in qualche modo a superare. Nonostante l’aria fresca che sparava l’efficientissimo condizionatore, sudavano a fiotti. Nudi, stuzzicavano i loro sessi, stimolavano le loro parti erogene, masturbandosi vicendevolmente. Si provocavano, toccandosi nelle parti erogene fino ad accanirsi quasi con cattiveria, mandando l’altro in estasi, trattenendosi in prossimità dell’orgasmo, per poi ricominciare.
Giangi, disteso, col “pinnacolo” in erezione, attendeva lei che si accoccolasse, volgendogli ...