Intimità 5
Data: 08/01/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu
“A qué hora vengo a buscarlos?” chiese Manuel, quello era il suo nome, pilotando l’auto verso l’ingresso del centralissimo Hotel. Alle spalle c’era la stupenda Catedral de Pilar che si stagliava con i suoi pinnacoli e campanili, affacciata sulla riva dell’Ebro. Concordarono ed entrarono nell’Albergo.
Nanà ritirò la tessera magnetica della camera 308 e Gianfranco ebbe la 320. Le due ampie stanze, attigue, erano elegantemente arredate. Alle 19 il portiere annunciò l’arrivo di Manuel e dopo un quarto d’ora scesero entrambi nella hall. L’autista li pilotò fino alla sede della Società. Li aspettava un funzionario che fece loro strada verso il primo piano dove li attendeva il Direttore Generale.
Presero accordi per l’indomani e poi andarono tutti a cena. El Festín de Babel li accolse piacevolmente. Anfitrione della cena era il Presidente, accompagnato dal Direttore della Fabrica. Fecero onore al menù. La conversazione fu brillante, mentre i fumi dell’ottimo vino facevano salire di giri Nanà insieme a tutta l’allegra brigata. Si fecero le ore piccole e lasciarono il desco insieme.
Salutarono, con effusione di baci e abbracci, come degli amiconi, i boss spagnoli e salirono al loro piano, ridendo e scherzando. Gianfranco l’accompagnò alla sua stanza e si soffermò con le mani in tasca e guardandola negli occhi. Nanà ebbe una leggera esitazione. Non che volesse darne occasione a Giangi, come scherzosamente e confidenzialmente lo chiamò per la prima volta quella sera, ma ...
... indubbiamente lui avvertì l’abbassare della guardia ed entrò chiudendola in clinch alle corde.
Un abbraccio che l’avvolse completamente e lei, stronza, che non oppose nessuna resistenza, anzi…!Collaborò a tal punto che lui passò dallo sfioramento delle labbra al bacio appassionato prima di penetrarla con un french-kiss, prontamente ricambiato. Cazzo! La stava perforando dalla gola senza passare dalla vagina. Così ebbe il tempo di ridacchiare nei fumi dell’alcol che l’avvolgevano.
Giangi, rotti gli argini,dilagò facilmente. Al termine del primo bacio,le tolse la tessera magnetica della stanza, che lei aveva dimenticato nella mano destra, e l’infilò nella fessura della serratura alle spalle di Nanà. Sslat, fece la serratura della porta che si aprì sotto la pressione dei due corpi avvinghiati. Ruotarono insieme nella stanza, mentre lui la spinse sulla parete accanto allo stipite interno della porta che si richiuse automaticamente con un flap a cui nessuno dei due badò.
Ansavano entrambi. Sembravano due lottatori di greco romana, impegnati a divincolarsi dai vestiti, mentre erano impediti dall’impiccio della stretta dell’altro e minacciavano di cadere a terra. Preferirono quella posizione orizzontale e si rotolarono sulla moquette della stanza, ormai nudi, prima di raggiungere il letto. Ogni presa era un bacio, un morso, un succhiotto, un gridolino, che ritardava l’arrivo all’agognato talamo. Si fermarono ai piedi della meta, perché Giangi la stava deliziando con un ditalino ...