1. 003 pausa con piedi - [ hungarian rhapsody ]


    Data: 26/12/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... Carlo e delle ore precedenti alla sua magnifica conoscenza.
    
    Stanca di fare il mare d’inverno ad agosto decisi di rientrare a Tarquinia e darmi da fare nella composizione del terzo capitolo della mia opera d’arte. Preso il treno mi accomodai di fianco al finestrino e vidi il mare sfrecciare nello sferragliante molesto del convoglio solitario. Mi guardai attorno nella speranza di svitare un pomello, un qualsivoglia pezzo di ferramenta che all'uopo potesse bastare per far cessare il mio prurito di culo. Ma niente. Tutto rigorosamente saldato all'abitacolo del treno. Stavo disperata stavo.
    
    Si che venne giù una pioggerellina fitta fitta fitta nonostante l’afa e il cielo semiaperto, e mentre la littorina sferragliante rallentava tra bivi di binario di scambio per entrare nella stazione di Chiarone Scalo, vidi correre un ragazzone con zaino in spalla e infradito che affiancando il convoglio riuscì a raggiungere la banchina. Povero, era trafelato e zuppo.
    
    Mi strizzai la tetta sognando che potesse essere il principe azzurro tanto agognato.
    
    Dopo la fermata di una manciata di minuti, il treno riprese l’abbrivio indolente ed ecco, ecco che il ragazzone entrò in vagone guardandosi attorno con l’aria smarrita e soverchiato dall'affanno. Mentre mi veniva incontro vidi gambe da calciatore che mi fecero rabbrividire e vidi un pacco testicolare appena accennato sotto il costume semicoperto da una canotta grigia. Quella canotta, gli cingeva quell'area del corpo tra torso e gambe, ...
    ... che avrei letteralmente sbranato se solo fossi stata poco attenta a dar freno ai miei più bassi istinti di donna. Emmh, uomo, scusate.
    
    Incedendo, quel bel ragazzone rilasciava stampe di bagnato sul pavimento. Aveste visto come aderivano quegli infradito zuppi al pavimento metallico del treno, mentre il dorso dei piedi tiravano in su i plantari di cuoio. Il ragazzone – gli uomini sono animali sociali – venne guarda caso a sedersi proprio difronte a me. Sedette e liberò nell'etere il profumo di un deodorante commisto a sudore. Poi dalla borsa cavò fuori l’asciugamani e si asciugò capelli braccia e gambe. Da seduto, il pacco testicolare mi si offriva tra cosce spalancate da gettarmi nel delirio oftalmico che io non seppi distogliere un attimo lo sguardo da quel ben di dio.
    
    Bello. Bello come un gladiatore.
    
    Oh se le arene antiche fossero ancora oggi gremite nei giochi gladiatori avremmo visto un fiero combattente dall’aria sicura. Io dagli spalti avrei lanciato così, con gesti protesi e solenni, petali di rosa. E sarei scesa sulla testa del popolo esultante, avrei valicato il cordone di sicurezza dei centurioni e sarei corsa nell'arena gridando il suo nome. Lo avrei condotto al palazzo e ignuda, si, ignuda avrei lasciato che mi mordesse la mammella, io dapprima ritrosa come vestale del tempio di Vesta e poi compiacente mi sarei dischiusa a quelle dita bagnate tenacemente confitte nella mia fessura giuliva.
    
    Oh se tra i veli mi sarei lasciata violar di retto, straziata nel ...
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