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Sottomesso dal Padrone di casa: P.1 L' incontro
Data: 24/12/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Di9, Fonte: EroticiRacconti
... sicuramente a disagio. Dopo un paio di minuti arriva ed è ancora in accappatoio, si siede sulla poltrona di fronte alla mia. Stappiamo le birre e cominciamo a chiacchierare e l'imbarazzo per l'episodio di prima svanisce piano piano. Mi chiede del mio lavoro, della mia città e se sono fidanzato, al che io rispondo: - Sì, ma la lei non è venuta a vivere qui con me per cui ci vedremo soprattutto nel weekend - Meglio, un bel ragazzo come te avrà certo modo di divertirsi qui da solo allora... vedrai! Ahahah Rido anche io e la conversazione va avanti su altro, finché finiamo le birre e si alza a prenderne altre. Nel farlo l'accappatoio si muove e mi accorgo che sotto è nudo e anche decisamente dotato. Non è certo la prima volta che vedo un uomo nudo tra palestra e calcetto, ma mi imbarazzo comunque. Il disagio aumenta quando nel risedersi accavalla le gambe lasciando fuori quasi tutto. Continuiamo a conversare del più e del meno anche se non riesco a fare a meno di lanciare qualche occhiata ogni tanto, che non capisco se venga notata o meno dato che lui non sembra prestarci alcuna attenzione. Dopo una decina di minuti così mi congeda: - Ora è tardi, vai pure. Sarai stanco. Quando esci butta via le bottiglie vuote se non ti spiace. Grazie - Si, certo. La ringrazio per le birre allora. - Grazie a te. Sono contento di averti affittato casa. Sei un bravo ragazzo. Bravo, bello, educato e obbediente mi pare. Al giorno d'oggi ad esempio non tutti danno del Lei ...
... ai più maturi. Invece è un segno di rispetto che devi avere. - Ci mancherebbe. - rispondo un po' stranito dal fatto che non mi avesse ancora chiesto di dargli del tu. - Bravo, buonanotte allora. Nell'accompagnarmi alla porta sento la sua mano sulla schiena, appena sopra il mio culo. Mi congedo e vado a casa. Tiro un sospiro di sollievo, è stata una serata strana che mi ha lasciato un senso di disagio misto quasi ad eccitazione. Per un paio di giorni non ci incrociamo e quasi neanche mi ricordo della serata. Un pomeriggio ci incontriamo nell'atrio del palazzo, lo vedo impegnato a portare alcuni sacchetti della spesa e mi offro di aiutarlo. - Grazie, sei molto gentile. Prendine due Arrivati davanti all'ascensore ci sono altre persone in attesa. Io vorrei aspettare, ma lui insiste ed entriamo tutti. L'ascensore è stretto e ci troviamo attaccati l'uni agli altri. Lui è dietro di me e appena cominciamo a salire sento una mano sul mio culo. Resto paralizzato per lo shock e la vergogna e non dico una parola. Penso che forse non se ne sia accorto, del resto lo spazio è quello che è, ma mi sembra poco plausibile. Gli altri scendono prima di noi e la mano resta lì fino alla fine. Una volta arrivati mi affretto a scendere e mi avvicino alla porta. Faccio per lasciare i sacchetti li, ma mi blocca affermandomi la mano e guardandomi dritto negli occhi: - Fino a dentro, grazie. Ho mal di schiena. E togliti le scarpe. Lo sai. Il suo tono non ammette repliche e ...