1. Storia di un feticista


    Data: 16/02/2018, Categorie: Feticismo Masturbazione Tabù Autore: pascalfrizz, Fonte: xHamster

    ... urlò Sara dalla cucina.
    
    Francesco lo fece accomodare.
    
    Il ragazzino rimase incantato quando vide Sara.
    
    Sara si mise le mani ai fianchi, e disse, spietata:
    
    “Questo è il tuo modo di salutare la tua padrona, verme? Standotene lì impalato? Dove hai imparato l’educazione?”.
    
    Il ragazzino arrossì, e corse ad inginocchiarsi ai piedi di Sara. Glielo baciò con devozione, dicendo:
    
    “Mi scusi, padrona, mi scusi. E’ che sono così emozionato di stare al cospetto di una padrona come lei!”.
    
    “D’accordo, lasciamo stare” disse Sara. “Il pagamento è anticipato”.
    
    Francesco non era stupito del tono autoritario che assumeva sua sorella. E lo schiavo obbedì senza batter ciglio, incantato dalla bellezza e dai modi di fare di Sara.
    
    Prese un bigliettone da 50 dalla tasca e glielo diede.
    
    “Bene, ora possiamo cominciare” disse Sara. “Tu sei il mio schiavo leccapiedi, ed io farò e dirò di te ciò che voglio, senza che tu abbia la minima possibilità di reagire o di dire la tua. Chiaro, schiavo?”.
    
    “Sì padrona” rispose lo schiavo, guardando dubitoso Francesco.
    
    Come se gli avesse letto nella mente, come al solito, Sara guardò anche lei Francesco, per poi dire:
    
    “Lui è mio fratello. Sarà presente anche lui mentre ti umilio”.
    
    “Pa-parteciperà anche lui?” chiese lo schiavo, che sembrava un po’ a disagio a causa della presenza di Francesco.
    
    “Per nulla!” urlò Sara. “Starà semplicemente ad osservare quanta nullità ci possa essere in un uomo come te, leccapiedi”.
    
    Lo ...
    ... schiavo guardò Francesco, come se gli volesse far capire che lui avrebbe preferito se lui se ne fosse andato.
    
    “Ehm, lui…” balbettò. “Lui mi mette un po’ a disagio, padrona”.
    
    “Ah, bene, ho capito” disse Sara con tono fermo. “Se non ti stanno bene le mie regole, quella è la porta. Ed ovviamente non ti restituirò i soldi, troppo semplice! A te la scelta leccapiedi”.
    
    “Se è così, d’a-d’accordo” disse lo schiavo.
    
    “Benissimo!” disse Sara. “Voglio vedere fino a che punto uno schiavo vuole essere lui a dettare le regole. Con me siete capitati malissimo in questo. Tu starai in mutande, verme. Però ora ti accompagno al cesso, devi sciacquarti un po’, sei tutto sudato e puzzi. Non vorrei vomitare di primo pomeriggio!”.
    
    “Sì padrona, subito padrona, mi scusi padrona” disse freneticamente il ragazzo.
    
    Francesco seguì con gli occhi sua sorella che accompagnava lo schiavo di là. A lui era sempre piaciuto assistere ad una dominazione forte, ma esserne protagonista non più di tanto. Se un’estranea lo avesse trattato così, sarebbe prevalso anche l’orgoglio che si nascondeva in lui.
    
    Dopo pochi secondi, sua sorella e il suo schiavo tornarono in cucina.
    
    “Bene, ora spogliati” ordinò secca Sara. “Rimarrai solo in mutande”.
    
    Il ragazzetto si spogliò alla velocità della luce, rimanendo solo in mutande.
    
    Fu una scena un po’ impressionante: era mingherlino e gracile, e da sotto le mutande si intravedeva una mini erezione.
    
    Sara lo guardò per qualche secondo disgustata.
    
    “Quanto ...
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