1. Storia di un feticista


    Data: 16/02/2018, Categorie: Feticismo Masturbazione Tabù Autore: pascalfrizz, Fonte: xHamster

    ... Sara mi ha autorizzato a sputtanarti se solo lo volessi. Se solo lo volessi, tu dovresti diventare il mio schiavo in men che non si dica. Ma evitiamo di farti andare in overdose di piedi e di piacere”.
    
    Che stronza pure lei! Evidentemente era un’epidemia tra amiche.
    
    Francesco si avvicinò a Valeria, e le sussurrò nell’orecchio:
    
    “Se vuoi possiamo andare in macchina. Posteggiamo da qualche parte e ti lecco i piedi”.
    
    Valeria parve rifletterci qualche secondo, ma poi scosse la testa.
    
    “No. Ti ripeto, non esageriamo col piacere. Poi cominceresti ad approfittarne” rispose.
    
    “Che padrona che sei” disse Francesco, con aria di sfida. “Secondo me anche tu ti fai comandare a bacchetta da Sara. Non sei capace di decidere da sola?”.
    
    Valeria era stata chiaramente colpita al cuore da quelle parole. Era evidente che Sara esercitava una grandissima influenza su di lei.
    
    “Pensa ciò che vuoi” rispose. “Io non devo dimostrare niente a nessuno. Sei tu che dovresti esserci devoto, che pur sapendo delle tue perversioni malate, non solo non abbiamo fatto la spia, ma ti abbiamo concesso i nostri piedi anche, facendoti godere. E tu così ci ringrazi? Ha ragione Sara. Un fratello così va trattato peggio degli schiavi dell’antichità. Quelli che erano veri schiavi, non questi pippaioli come te”.
    
    Francesco alzò gli occhi al soffitto, imprecando sotto voce. Non bastava Sara, ora ci si metteva anche Valeria. Evitarono di guardarsi per alcuni minuti, e stavano entrambi ...
    ... imbronciati.
    
    “Valeria!”. Sara si stava avvicinando e chiamava l’amica. “Vale, puoi distrarre un attimo Jessica? Devo fare un attimo una cosa, ma lei non deve accorgersene; non deve farci caso”.
    
    “Sì, subito vado” rispose Valeria annoiata.
    
    “Succede qualcosa?” chiese Sara preoccupata.
    
    “No, niente” rispose Valeria. “E’ solo che alcune persone sono proprio patetiche. Proprio come i filmini che guardano”. E si alzò, dirigendosi verso Jessica.
    
    Sara si sedette affianco a suo fratello, guardandolo storto.
    
    “E’ inutile che mi guardi così” disse lui sulla difensiva. “Ho solo fatto un’osservazione che le ha dato fastidio. Anche voi due lo state facendo da giorni con me”.
    
    Sara evidentemente aveva altro per la testa, e volle evitare di discutere.
    
    “Ora stammi bene a sentire” disse Sara. “Se vuoi che fili tutto liscio, dovrai fare quello che dico io. O mi faccio prestare un microfono e faccio l’annuncio delle tue pratiche preferite qui davanti a tutti. Non farai in tempo a scappare che tutti sapranno di che pasta sei fatto”.
    
    “Dai, levati la scarpa e facciamolo una volta per tutte” disse Francesco rassegnato.
    
    “No, non voglio che mi lecchi i piedi, lasciamo perdere questo” rispose Sara. “Dovrai fare due cose. Prima di tutto, c’è una stanzetta con dei divanetti al piano di sopra, e in genere è deserta e chiusa. Ho fatto in modo di recuperare la chiave. Tu ora recati lì dentro, siediti su uno dei divani, accendi il lume piccolo e spegni le luci grandi: deve essere una stanza in ...
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