Le cagne – Collana L’inferno e l’abisso vol. IV
Data: 12/12/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Dominazione / BDSM
Lesbo
Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu
... in quelle condizioni. Carla a quel punto cercò di svincolarsi e protestare, ma il suo fu un tentativo debole e poco convinto, pensava ancora al gioco anche se ora non era del tutto convinta che di un gioco si trattasse, ma non voleva apparire provinciale ed alla fine abbozzò. Quando fu a quattro zampe, una leggera, ma resistente catena con quattro braccia e quattro braccialetti terminali, le fu sistemata ai polsi e sopra le ginocchia. La catena si stendeva sotto il generoso seno della cagna e le impediva di mettersi ritta, poteva stare solo a quattro zampe, sdraiarsi, senza potersi distendere completamente o sollevarsi sulle ginocchia, ma solo parzialmente. – Ora sei una cagna che vivrà a quattro zampe – le comunicò il Padrone. Carla fece per protestare veementemente, non era d’accordo ed ora era molto arrabbiata, ma prima ancora che una sillaba fosse uscita dalla sua bocca, il tamarro le piazzò una ball gag in bocca. Una di quelle con il buco, un O ring. – Le cagne non parlano – comunicò ancora il Padrone affibbiandole una indolente frustata sulla schiena, non si era preso neanche il disturbo di mettersi in piedi. Rapidamente Francesca e Marco si affaccendarono attorno alla cagna e le misero ai piedi dei calzini di cuoio senza dita, resistenti, ma leggeri, dei guanti alle mani, anche questi senza dita, che fecero passare sotto i braccialetti ed arrivavano a metà braccio, delle ginocchiere alle ginocchia, queste abbastanza robuste. Ogni tentativo di Carla di ribellarsi o ...
... semplicemente di non collaborare fu punito. Sia Francesca che Marco usarono anch’essi il frustino, la cagnetta prese diverse scudisciate sul culo e sulle cosce, sia da parte di Marco che da parte di Francesca. Il Master le mise un grosso collare ed un guinzaglio, tirò e la cagna ormai messa nelle condizioni di non potersi ribellare strisciò sulle ginocchia verso di lui. Lui le diede un buffetto. – Apprezzerai le mie coccole – le disse, Carla stava quasi per piangere, si trattenne per orgoglio, ma si rese conto che in pochi minuti l’avevano già trasformata e ne avevano preso possesso. Vide che non poteva fare nulla, solo subire. Era nuda ed impotente, anche se schiumava rabbia. Capì che, se volevano, se la potevano fottere lì come si trovava e persino penetrarla in bocca, la ball gag le impediva di parlare, ma aveva un buco. Non era finita, un corpetto, anch’esso di cuoio le fu passato di sotto, lasciando le mammelle libere e penzolanti nel vuoto, e poi Francesca glielo allacciò stretto stretto sulla schiena lasciandola senza fiato. Infine il Padrone le mise tra le labbra un piccolo dildo che terminava con una coda di crine. – Leccalo cagna – le ordinò facendoglielo penetrare in bocca, – conviene che sia bello viscido perché questa è la tua coda e tra un attimo te lo metterò in culo. – Carla strabuzzò gli occhi e lo accolse, non sapeva neanche come leccarlo, ma il Padrone lo faceva andare avanti ed indietro e lei senza fare niente lo salivava comunque. Poi glielo levò dalla bocca ...