1. La birra rossa


    Data: 08/12/2018, Categorie: Etero Autore: Philips, Fonte: RaccontiMilu

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    Iniziammo a pattinare o meglio, gli altri pattinavano, io iniziavo in quanto per me era la prima volta, fu dura, ma non caddi, avevo le braccia indolenzite dalla forza con cui mi tenevo stretto alle barriere laterali e con piacere vidi che anche Antonella non ora una “Milly Carlucci”, la raggiunsi scherzammo sulla situazione che ci faceva sentire entrambi goffi e dopo appena un quarto d’ora di “attenti”, “scusate”, “pardon” ecc. reggendoci l’un l’altra decidemmo di appendere i pattini al chiodo e di portarci nella “bouvette” con vista sulla pista, dove potevamo vedere gli altri .
    
    Nella attesa di essere raggiunti dal resto della compagnia, ordinammo da bere, io una birra rossa lei una chiara, Antonella mi chiese come fosse il gusto della birra rossa, perché non l’aveva mai bevuta, io le risposi offrendogli la mia da assaggiare, aveva un modo di fare dolcissimo, bevve la birra e le rimase un poco di schiuma sul naso, sorrisi indicandole il naso con un dito, lei allora, incrocio gli occhi e arriccio il naso per vedere la schiuma assumendo una espressione da vera birba, scoppiammo a ridere entrambi, parlammo di noi, cosa fai, studio, lavoro ecc. lei era di Modena, trasferita con i genitori a Pavia, studiava a Milano e faceva la “stagista” presso una nota casa di moda, era tornata a Modena da qualche giorno per dei documenti universitari ed era ospite di Cristina, amica di sempre .
    
    Più parlavamo e più ero attratto da lei, la guardavo anzi la fissavo, e non nascondo che ...
    ... qualche pensierino mi attraverso la mente, mi intrigava, non volevo farmi scoprire, ma secondo me se ne accorse perché la vidi arrossire, dopo circa una oretta, ci raggiunsero gli altri compagni di viaggio e sistemandoci di nuovo per fare posto, io finii di fianco a lei in un angolo, praticamente a contatto per permettere a tutti e otto di stare nello stesso tavolo .
    
    Quando sono seduto, non riesco a stare fermo, senza pensarci, comincio a muovere una gamba facendo leva sulla punta del piede, ritmicamente, giuro è involontario e ho provato a spiegarlo ad Angela che si era seduta alla mia destra, la quale dopo alcune occhiatacce, mi rivolge in tono seccato un “la vuoi piantare con quella gamba” le chiedo scusa ma è più forte di me, riesco a stare fermo per un poco poi, la gamba, questa volata la sinistra riparte, Angela si gira, io sto per scusarmi quando sento una mano sulla mia coscia che mi blocca il movimento, Antonella mi sorrise e mi disse piano, “fermo o le prendi !!! ” ma con un tono molto dolce .
    
    La serata proseguiva e io ogni tanto, “partivo”, Antonella frenava, tanto che ormai la sua mano era fissa sulla mia coscia .
    
    Il contatto della sua mano, la sensazione di calore che mi trasmetteva , mi stava agitando e cosi anche la “terza gamba” iniziò un lento ma implacabile movimento fino a provare dolore che si trasformo in una leggera smorfia notata da Antonella mi chiese se c’erano problemi, risposi che avevo caldo, “anche io” rispose lei “e si tolse il piumone ...
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