1. La Preda


    Data: 14/02/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Lesbo Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... guardò in mezzo alle gambe, c’era un bel cazzo semieretto ed un bel cespuglio nero. Quello spogliarello era per lei. Alberto sapeva di non essere male e si metteva in mostra. Non era vanitoso e non erano neanche quelli i mezzi che utilizzava per irretire le donne, ma al primo incontro tutto poteva servire. Si accovacciò accanto a lei e l’accarezzò tra le gambe, era un lago e appena si sentì sfiorare sulla vulva fu come se avesse preso la scossa, allargò le ginocchia per permettergli di penetrarla e lui lo fece. Quando il dito le entrò dentro gemette e s’inarcò. Col pollice lui continuava a toccarla sul clitoride mentre un altro dito entrò dentro la ragazza che ora si dimenava sulla mano come un’indemoniata, era tutto quello che poteva fare. Alberto la lasciò così infoiata e al tempo stesso frustrata, lei ne rimase delusa, stava per protestare, ma il solo sguardo del padrone la convinse che non era il caso. Il padrone si sedette per terra davanti alla ragazza, allungò una mano e tirò la catenella legata alle cinture di pelle che si incrociavano sul seno. La ragazza fu costretta a chinarsi in avanti, avrebbe sbattuto col muso a terra se non fosse stata trattenuta per una spalla dal padrone. Invece la sua bocca fu trascinata lentamente verso il cazzo di Alberto che eccitato l’attendeva trepidante. Anna iniziò a pompare, non era una gran pompinara, ma bisognava scusarla, era legata ed emozionata e ciucciare cazzi non le piaceva poi molto. Avrebbe imparato a fare meglio, ...
    ... Alberto ne era sicuro, ma intanto se la godeva mentre spingeva il ventre in su verso la bocca della ragazza e l’accarezzava sulle mammelle che pendevano invitanti e gonfie, fino a quasi a sfiorare il pavimento. Anna era partita un’altra volta, pensava di riuscire a godere anche con una semplice carezza sul seno, ma Alberto fu di avviso diverso voleva fottersela e riempirla in un altro modo. Uscì da lei, ancora una volta Anna ci rimase male, ma sapeva che non era ancora finita e attese trepidante il nuovo atto. Lui le girò dietro tirò i lacci delle caviglie e le fece allargare le gambe, tirò ancora la cintura che le avvolgeva i fianchi e fece inarcare nuovamente Anna fino a farne venire la fica in fuori, a quel punto l’infilzò. Anna gemette felice, quello le piaceva moltissimo. Trovarsi immobilizzata, impalata brutalmente, alla mercé di un quasi sconosciuto che la utilizzava senza curarsi di lei era la realizzazione di una delle sue più eccitanti fantasie. Alberto teneva la ragazza attraverso le cintura e la faceva andare avanti o indietro allentando o tirando le cintura a piacimento, erano come le redini di un cavallo. Per Anna era troppo, solo la paura di svegliare il vicinato e dare scandalo le impedì di urlare, ma gemette e soffocò le grida fin dal primo momento che si sentì penetrare. Voleva gridare: – Sì così, sfondami, sono la tua puttana, continua ti prego, – ma non lo fece, lui le aveva impedito di parlare e lei allora miagolava come una gatta in calore. Poi Alberto prese ...