Al Doppio Gusto, cucina privata
Data: 21/11/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Maturo
Autore: giessestory, Fonte: xHamster
Ciao, benvenuto.
Devo avvertirti: se ti piace leggere descrizioni di scopate, pompini e affini, ma senza una trama… una storia vera e propria, allora ti consiglio di non perdere tempo con me, resteresti deluso.
Chi mi conosce lo sa, e chi non mi conosce spero che presto mi leggerà. Mi auguro di offrire pagine piacevoli ma qualsiasi commento è sempre ben accetto.
Questa è la base di un racconto diverso.
E’ l’origine di una sfida e non so ancora chi la raccoglierà ma, come tante delle cose che scrivo per hobby, alla fine è un gioco; io mi diverto!
E se il gioco ispira altri, tanto meglio, ne sarò felice.
Il “gioco” è semplice… come il Sommelier propone i vini giusti per coronare un pasto d’eccezione, così mi aspetto, dai professionisti o dagli appassionati di cucina, le migliori proposte per accompagnare le “cenette erotiche” e speciali che si organizzeranno nel ristorante più intimo ed esclusivo del mondo:
“The Double Taste” - Cucina Privee
In queste pagine vi presento le padrone di casa e la location… siate tutti i benvenuti e…
Buoni Appetiti!
PARTE PRIMA
1
“Noi siamo le vergini dai candidi manti,
rotte di dietro ma sane davanti…”
E poi il poema continuava, falsamente aulico, con rime e battutacce sempre più licenziose e irriverenti. Chi, dalla terza liceo in poi, non era incappato nella tremenda parodia, intitolata: “Ifigenìa in Cùlide”?
Caterina sorrise discreta per non attirare l’attenzione del suo vicino, anche se questi, un ...
... attempato signore di Firenze, sembrava riposare quieto, steso alla meglio nel seggiolino del Jumbo che, di li a poco sarebbe atterrato al Kennedy, l’aeroporto di New York. Chissà come mai l’era tornata in mente quella vecchia parodia… il risultato di quei pensieri “scolastici” era sempre lo stesso: si intristiva. Ripensava alla tragica fine del padre e alla naturale conseguenza di quella catastrofe familiare.
Sola, si ritrovò sulle spalle ogni responsabilità, compresa sua madre, che una malattia neurologica, aveva fatto regredire, in un amabile, quanto inutile, stato infantile.
Ora la mamma era sistemata, alla meglio, a casa dei nonni e Caterina, lasciata l’università, era stata costretta a cercarsi un lavoro, e in fretta.
Quasi dal nulla, nella loro vita, si era materializzata sua zia, la sorella più giovane del papà. Zia Pam era nata molto dopo e la sua età era molto più vicina a quella di Caterina che a quella del povero fratello. Aveva, di sicuro trentacinque anni, ma quando si presentò alle esequie, nonostante il dolore e lo stress del viaggio, sembrava, se non coetanea, la sorella più grande di Caterina. Elegantissima, in tailleur grigio griffato, appena stropicciato (era venuta direttamente vestita così); le scarpe di lacca nere, tacco 10, le gambe affusolate, perfettamente depilate e, particolare stridente per i gusti italiani, senza calze.
La ragazza non l’aveva mai conosciuta, di persona, ma la voce del sangue le attirò una verso l’altra; si abbracciarono ...