1. Senza Pietà cap. 2


    Data: 18/11/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Lesbo Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... un’altalena e il suo corpo poteva essere messo nelle posizioni più degradanti desiderate dalle sue carceriere Quando le tre poliziotte entrarono nella cella il suo viso era tremendamente distorto dalla sofferenza, si sentiva aperta e squartata, ma non disse una parola, era decisa a resistere a tutti i costi e non parlare. Non aveva la minima idea di cosa l’aspettava, lei pensava che volessero farle confessare i suoi loschi affari, confessare e denunciare i fornitori della droga. Si sbagliava.
    
    – Questa è la mia – disse Sydney indossando dei guanti di pelle nera, – c’è mancato poco che mi ammazzasse. Ora voglio farle capire che ha proprio sbagliato persona. Che chi si mette sulla mia strada fa una brutta fine. Faccio io, ma anche voi avrete la vostra parte… quando avrò terminato potrete farne quello che volete. – Sarah e Ziva annuirono, era sottinteso che analogamente Ziva si sarebbe presa la morettona e Sarah la moretta. Sydney si avvicinò alla bionda e l’accarezzò lasciva sul seno, la tastava come una giumenta. – Non mi toccare troia – protestò gridando Julianne, ma lei stessa capiva quanto era impotente. – Posso fare di te quello che voglio e vedrai che lo farò. Nessuno sa che ti trovi qui, sei in mio potere e io so come trattare le cagne come te. – Le strizzò un capezzolo torcendolo e conficcandoci le unghie e la cagna ululò dimenandosi, ma ottenne solo di farsi ancora più male, la tensione sulle cosce era tremenda, tutte le giunture del suo corpo erano tese allo spasimo ...
    ... e si potevano slogare. – Presto mi pregherai di potermi leccare i piedi. – Julianne cercò di sputarle in faccia, non ci riuscì, aveva la gola secca e lo sputo le colò dalle labbra sul seno, invece il manrovescio che ricevette sul viso fu talmente forte che sentì i denti ballare e la guancia diventare viola e insensibile. La bionda vide i sorrisetti di scherno delle altre due poliziotte e capì che sarebbe stata dura. Era già stremata e disidratata in quella difficile posizione, iniziò a dondolare come un burattino, pensò che era meglio risparmiare energie. Sydney riprese a tastarla e lei non reagì, solo qualche brivido e qualche irrigidimento del corpo quando le carezze si fecero più intime, strinse i denti e stette zitta. Gridarono invece le amiche della bionda, un’infinità di insulti e imprecazioni. Erano legate anche loro in posizioni impossibili ed erano impotenti, ma potevano urlare. Questo infastidì Sydney. – Mettete loro le ballgag, non voglio essere disturbata mentre mi diverto. – Così fu. Poi Sydney prese da una parete molto ben fornita una frusta lunga e rigida e iniziò a girarle intorno sferzando l’aria incutendole un timore irragionevole. Julianne iniziava ad avere molta paura, si domandava cosa volessero quelle tre stronze. Lo chiese. – Cosa volete? Portateci in prigione e facciamola finita. – Sydney le rise in faccia. – Non vogliamo niente. Vogliamo solo divertirci con voi. Ed io soprattutto con te. – Il corpo di Julianne vibrò, una corda tesa, bastava un niente ...
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