1. Il motociclista


    Data: 16/11/2018, Categorie: Racconti Erotici, Tradimenti Autore: Raf90, Fonte: RaccontiMilu

    ... perché mai parlassi di pompe con uno sconosciuto, ma nel mio profondo la risposta era chiara, il desiderio di prenderglielo in bocca fortissimo e urgente.
    
    Eccitatissima e decisa a fargli una pompa, gli dissi di dover fare pipì, che avrei lasciato l’auto aperta, sarei tornata subito e se fosse stato tanto cortese da darle un’occhiata e di aspettarmi. Mi inoltrai un po’ nel boschetto circostante, calai i jeans e la brasiliana alle caviglie, alzai giubbotto e maglia e, seduta sulle ginocchia, mi misi ad urinare. Dopo qualche secondo, mi raggiunse, mi mostrò la chiave della macchina rassicurandomi che l’aveva chiusa e, a pochi passi da me, si mise ad urinare anche lui. In realtà non aspettavo altro, ma me la tirai un po’ e dissi: “ma sei pazzo”? “Cosa ti sei messo in testa”? Aveva senz’altro capito che ero una gran porca, visti i discorsi affrontati e perché notò che i miei occhi erano rapiti dalla vista del suo cazzo, moscio ma già dalle dimensioni ragguardevoli, scappellato mentre eruttava piscio. Era una situazione molto eccitante quella in cui lui pisciava a pochi metri da me. Avevo deciso, volevo succhiarglielo, pazienza che avrei tardato una mezz’oretta, ma dovevo fare un pompino al motociclista, lo desideravo ardentemente.
    
    Così, lasciando cadere ogni briciola di finto moralismo gli chiesi: “Ti posso fare una pompa?”, e lui rispose: “certo, accomodati, ho capito che sei una troia che ama il cazzo, sai”? Lasciai cadere la maschera e risposi: “Si, amo il cazzo, amo ...
    ... fare pompini a partner occasionali, amo ingoiare e mi eccita da morire la trasgressione, fare cornuto il mio compagno, adoro la sborra, sono ingorda di sperma caldo e voglio ingoiare la tua, adesso”. Finito di urinare, mi ci inginocchiai davanti e lasciai che finisse di pisciare nella mia bocca. Lui rimase piacevolmente sorpreso da questo mio atteggiamento da vera troia senza inibizioni. Per non sporcarmi i vestiti, fui costretta a berla tutta, anche se un po’ mi cadde sulle tette. Il sapore acido del piscio caldo mi disgustava, ma sia per non sporcarmi e sia per la libidine mi costringevo a berla, a mandarla giù tutta. Quando ebbe finito di pisciare, presi ad accarezzargli i coglioni e, con la lingua, presi a leccare la grossa cappella come un gelato fino a che il cazzo divenne duro e turgido. Lui lo prese in mano e lo tenne fermo, mentre io con le mani mi allargavo il culo cominciando a fargli un pompino colossale.
    
    Aveva un bel cazzo, di circa 18 centimetri, duro, noduloso. La cappella era turgida, larga e violacea. Avendo appena pisciato, avvertivo un inevitabile odore e sapore di piscio, ma ero ormai eccitatissima e questa cosa mi rendeva folle di piacere e di libidine. Ad occhi chiusi, andavo avanti e indietro sul cazzo dello sconosciuto scappellandolo con le labbra, lo ingoiavo tutto facendolo sparire nella mia bocca, me lo portavo fino in gola godendo tantissimo fino a lacrimare. Di tanto in tanto, colta da conati di vomito, mi fermavo e tossendo, sputavo, intanto ...