1. 16. al mare: considerazioni e confessioni (1° parte)


    Data: 13/02/2018, Categorie: Tradimenti Autore: trombamico74, Fonte: Annunci69

    ... finalmente esaudita.
    
    Ogni volta, come se tacitamente lo avessero deciso e concordato, lui e la mamma venivano in contemporanea e insieme si leccavano le dita intrise del loro piacere prima di addormentarsi ognuno nel proprio letto.
    
    Assistere nella casa al mare alle cavalcate infoiate degli zii durante il riposino pomeridiano, era sicuramente molto più eccitante rispetto a vedere i suoi genitori farlo sempre uguale nella solita maniera, ma nulla di lontanamente paragonabile rispetto ai momenti intimi di sua mamma e di sua zia, quando la mattina presto lo zio andando a correre inconsapevolmente lasciava le due sorelle da sole a ricordare i loro incontri saffici di gioventù.
    
    Le loro mani a cono dentro le loro fighe, la loro passione quando strusciavano i loro sessi umidi, il loro desiderio quando intente a succhiarsi il clitoride lasciavano rintoccare nell’aria il rumore delle loro labbra bagnate, tutto esprimeva sesso e godimento fino all’ennesima potenza.
    
    I loro corpi maturi in quei momenti diventavano fanciulleschi, come se il trascorrere dell’età o qualche chilo di troppo sui loro corpi di colpo scomparissero e non fossero più visibili.
    
    Osservare la mano di sua mamma, in proporzione grande il doppio delle sue, scomparire tutta dentro la figa di sua zia fino al polso, senza opporre nessuna resistenza, rumoreggiando quando entrava e usciva, lo mandava in estasi.
    
    Il sesso di sua zia completamente senza peli, con le labbra poco pronunciate leggermente ...
    ... ondulate, simili al bordo di una conchiglia tropicale, che fino a un momento prima sembrava innocente e virginale, un attimo dopo completamente aperto e profanato da una intera mano fino al polso, si trasformava in una cavità famelica mai sazia, che chiedeva solo di essere sfondata.
    
    Al contrario invece, la figa di sua mamma con una fessura molto estesa per tutta la sua lunghezza e due grossi labbroni gonfi circondati da un cespuglio di pelo ondulato e corvino, quando riceveva la mano di sua zia, diventava improvvisamente pudica e malgrado le spinte e i tentativi di andare oltre ruotando il polso, lasciava le nocche della mano fuori, come se si vergognasse di mostrare fino in fondo il suo godimento e le sue voglie.
    
    Fabrizio ammaliato le guardava, menandosi l’uccello che in quei momenti cresceva a dismisura, fino al momento in cui sodisfatte entrambe venivano l’una nella bocca dell’altra, spesso squirtando in maniera violenta bagnando le lenzuola che poi sistematicamente erano costrette a cambiare.
    
    Ma i loro amplessi non erano mai uguali, non erano mai scontati, come a voler rincorrere ciò che i loro uomini non gli davano, quel piacere disatteso e non completamente sodisfatto, a cui si dedicavano cercando di arrivare oltre il godimento fine a sé stesso, sanando delle cicatrici che poi durante la settimana con i loro mariti si sarebbero riformate.
    
    E così, in quelle domeniche mattine in cui le vecchine ai primi rintocchi delle campane andavano in chiesa a pentirsi dei loro ...
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