1. Animali fantastici 2 - a casa del magazziniere


    Data: 06/11/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Seligman, Fonte: Annunci69

    Ore 7 del mattino. Il telefonino vibra. Guardo ancora un po’ assonnato lo schermo e vedo che c’è la notifica di un nuovo What’sApp da “magazziniere”, così avevo memorizzato il contatto. Apro l’app in preda a una leggera ansia e leggo il messaggio:
    
    «Ciao. Mi sono svegliato con il cazzo duro e ho voglia di scopare. Ho la mattinata libera, ti va?».
    
    È un tipo che va subito al sodo, penso. Niente convenevoli, niente inutili fronzoli: solo bisogni immediati, diretti: il sesso, come la fame e la sete. È grezzo ma mi piace proprio per questo, per la sua immediatezza: stimolo-reazione, cazzo duro-scopare. Nessun giochino cerebrale, nessuna opera preliminare di seduzione, nessun ammantarsi di mistero, nessun volersi rendere intrigante: ho il cazzo duro, ho voglia di scopare, dimmi se ti va. Il mio cervello elabora il tutto in modo feticistico: a me il maschio piace così, solido, di poche parole, elementare e tenace nel perseguire i propri scopi. Ci aggiungo anche affidabile, sincero proprio perché semplice.
    
    Rispondo al suo messaggio con un «Certo».
    
    Poi segue una serie di messaggi per mettersi d’accordo sul quando e sul dove. Mi invita da lui intorno alle 11, oggi per fortuna ho anch’io la mattinata libera da impegni. Scopro che non abita a molta distanza da me.
    
    In previsione dell’incontro faccio una colazione leggera poi, dopo la doccia, mi preparo con un’accurata igiene anale. Più si avvicina l’ora più mi sale l’inquietudine e l’eccitazione. Esco di casa un po’ troppo ...
    ... in anticipo, prendo l’auto e dopo 10 minuti sono già sul posto. La zona è periferica, proletaria ma dignitosa: edilizia popolare degli anni 60-70, giardinetti, nessun particolare segno di degrado urbano. Parcheggio e faccio due passi per stemperare la tensione. Alle 11 esatte citofono al portone d’ingresso e mi annuncio.
    
    Mi risponde: «Scala destra, quinto piano, trovi la porta aperta».
    
    Entro, prendo l’ascensore e il cuore riprende a battermi più forte. Respiro profondamente per rilassarmi. Esco dall’ascensore, sul piano ci sono tre appartamenti, uno ha la porta accostata. Entro, la luce è spenta.
    
    Saluto e mi risponde: «Ciao, sono qui».
    
    Mi dirigo verso la stanza da cui proveniva il suono, è la camera da letto, immersa nella penombra. Lui è lì, disteso, nudo, con le gambe aperte e il cazzo svettante. Non dice nulla, non dico nulla. L’istinto è quello di tuffarmi immediatamente in mezzo alle sue cosce, ma mi domino e mi spoglio. Appoggio sul comodino lubrificante, preservativi e fazzolettini. Lui mi segue in silenzio, con le mani appoggiate alla base del pene e sui testicoli gonfi. È davvero un bel torello, le gambe sono muscolose, da calciatore, i piedi sono virili e armoniosi. Prendo in bocca l’alluce sinistro, lo lecco e lo succhio come fosse il cazzo. Mmm… che buono, penso. Gli lecco le gambe, i polpacci e le cosce: sono inebriato. Lui resta lì, immobile e sempre silenzioso. Io sento l’eccitazione salirmi e il mio buco aprirsi, desideroso di essere penetrato. È ...
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