lo zio Franco. Prima parte.
Data: 23/03/2025,
Categorie:
Incesti
Tue Racconti
Autore: pennabianca, Fonte: RaccontiErotici.top
Mi rigiro nel letto dell’ospedale, sento dolori su tutto il corpo, ho un cerotto sulla fronte: che mi è successo? Ora ricordo, sono finita fuori strada con la macchina. Ricordo tutto, la sbronza, il sesso sfrenato e poi il ritorno verso casa, l’incidente, mio padre che passa poco dopo e vede la mia macchina che ha fatto molte capriole, per finire rovesciata vicino casa. Ero andata ad una festa di laurea, mi son messa dentro una stanza, ero la svuota palle della sera. Chiunque, entrando dentro la camera con un bicchiere di qualche liquore forte, Gin, vodka, whisky, o qualunque altra bevanda, poteva infilarmi il cazzo in bocca; io lo succhiavo fino a farlo schizzare nella mia gola, un cazzo, un bicchiere, fino al punto di perdere il conto sia dell’uno che dell’altro. Coperta di sborra, me ne sono andata ubriaca fradicia. Devo smettere di bere, di far sesso sfrenato, devo dare un senso alla mia vita. Ho venti anni, diplomata ragioniera, mi sto lasciando andare alla deriva, senza uno scopo o meta. Ho due fratelli più grandi che già lavorano nello studio di mio padre; sono architetti e lavorano in giro per il mondo, come Mario. mio padre, titolare e proprietario di uno dei più affermati studi d’ingegneria specializzata in strutture petrolifere. Io non l’ho seguito. Volevo fare un lavoro diverso, ma poi non ho combinato nulla. Ad un tratto, la porta della camera si apre ed entra l’ultima persona al mondo che mi sarei aspettata di vedere, mio zio Franco. Due anni più grande di mio ...
... padre, dieci anni fa, quando è morta mia zia Rosa in un incidente aereo, egli si è ritirato dal lavoro e dallo studio di architetto, lasciando a mio padre tutti gli affari per andare a vivere su di una piccola isola del Tirreno.
«Ciao piccola, come va?»
Lo guardo con occhi stupiti. Lui mi spiega che è venuto dalle nostre parti per il matrimonio del figlio di un nostro amico di famiglia; io, ovviamente, me lo ero dimenticato.
«Tuo padre mi ha detto che hai fatto un bel volo: come stai?»
Lo guardo e rispondo sarcasticamente.
Come vuoi che stia? Da schifo! Ho un bernoccolo, tanti lividi, ed escoriazioni dappertutto. Forse ha ragione lui, devo decidermi a metter la testa a posto, ma ho una grande confusione; non riesco a decidere cosa voglio.»
Mi guarda sorridendo; devo convenire che è proprio un bell’uomo. Alto, moro, leggermente brizzolato, fisico asciutto e leggermente abbronzato, è un tipo che non passa inosservato.
«Domani torno all’isola: potresti venire con me. Lì è quasi estate, c’è tanta tranquillità, puoi decidere con calma, se poi ti manca questa vita, puoi sempre tornare.»
Ci rifletto un attimo, in fondo mi sembra giusto cambiar aria, sparire un po’, accetto!
«Il dottore dice che puoi uscire; vestiti che ti porto a casa e, mentre io e i tuoi genitori andiamo al matrimonio, tu prepari le valige e domani mattina si parte.»
Nella tarda mattinata del giorno dopo, partiamo; lungo il percorso, ascolto musica nelle cuffie del mio MP3; indosso dei semplici jeans ed ...