1. Io e mamma


    Data: 29/10/2018, Categorie: Anale Tabù Autore: kazzoduro, Fonte: xHamster

    Nonostante da allora siano ormai trascorsi molti anni, mi ricordo di quel pomeriggio come se tutto fosse successo ieri.
    
    Eravamo alla fine di luglio e in città c'era un caldo da scoppiare. Alla cinque avevo come al solito lasciato la fabbrica di strumenti medicali dove lavoravo come tecnico ed ero andato al baretto dove di solito incontravo gli amici, ma quel giorno, forse a causa del gran calore, non c'era anima viva.
    
    Non c'era neppure Osvaldo, il padrone del bar, col quale fare due chiacchiere; dietro il bancone c'era Annetta, sua figlia, una tipa insignificante che da un po' di tempo mi faceva gli occhi dolci.
    
    Mi feci servire una bella birra ghiacciata, e quando la ragazza si avvicinò al mio tavolino con l'ordinazione mi accorsi per la prima volta che se di viso era insignificante, di corpo era invece un bel pezzo di figa, alta il giusto, con due belle tette che puntavano i capezzoli dritti contro la maglietta di cotone, un bel culo rotondo e sporgente ed un paio di gambe, lasciate bene in vista da una corta minigonna, da fare invidia ad una soubrette della tivu.
    
    La invitai a sedersi con me, e tra l'afa e la calura della giornata che risvegliavano i sensi, la birra bella fresca e il bar deserto, dopo poco mi ritrovai con entrambe le mani sotto la sua minigonna ad accarezzarle le cosce.
    
    Io sono uno che parte veloce per la tangente e dopo un paio di minuti di smaneggiamenti tra le sue cosce e dopo averla baciata in bocca lingua contro lingua mi sbottonai la ...
    ... patta ed estrassi l'arma, dura da scoppiare, invitando Annetta a darsi da fare.
    
    Ma lei, anziché impugnare la mazza o, meglio ancora, anziché abbassarsi con il viso all'altezza del mio cavallo per farmi un bel bocchino, si alzò di s**tto e mi mandò molto elegantemente a fare in culo, dicendomi che se volevo un bocchino dovevo prima farle la corte, e non aprirmi la patta come se lei fosse stata l'ultima delle zoccole.
    
    Così, fatta la mia bella figura di merda, me ne andai a casa a bocca asciutta e con l'uccello duro che implorava sollievo.
    
    A casa non trovai neppure mia sorella che, più grande di me di un paio d'anni e perennemente affamata di cazzo, non mi avrebbe di certo rifiutato di darmi una mano, nel vero senso della parola, a svuotarmi i coglioni.
    
    Si, perché lei la mano, quella destra, me la dava spesso; e non mi dava solo quella. Era fidanzata da anni con un torsolo che la voleva portare vergine all'altare, e dato che era ricco come un creso – suo padre possedeva tre alberghi di lusso sulla costa e altri due in montagna – lei si atteneva ai desideri del suo promesso sposo, salvo poi tirare rasponi, fare bocchini e farselo mettere nel culo da chiunque le capitasse a tiro, incluso il suo fratellino, ovvero il sottoscritto.
    
    Quella sera però non c'era, così dovetti decidere se tenermi il male ai coglioni sperando che rientrasse per cena, o risolvere da solo il piccolo problema sparandomi una ricca sega.
    
    Attanagliato dal dubbio, stavo davanti alla porta del ...
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